Era solo la scorsa settimana che Aerohabitat che, in occasione dell'ennesimo velivolo precipitato sulla case in atterraggio, sottolineava il ritardo nell'adozione del Piano di Rischio aeronautico, deliberato da ENAC nel gennaio 2010. Oggi, quasi con una sorta di risposta diretta, alcuni quotidiani segnalano la protesta di sindaci aeroportuali contro ENAC.
In una riunione avvenuta ieri 29 marzo, infatti, ENAC avrebbe comunicato agli interessati l'intenzione di rivedere, aggiornare, lo spazio interessato dal cosiddetto "Piano di Rischio".
Sarà ampliato, addirittura ad un chilometro per parte. Simmetricamente all'asse della pista.
Il perimetro di sicurezza si dilata ed è un dato che conforta e che meraviglia. Allo stesso tempo.
Come mai, ancora prima della sua effettiva adozione, il Piano di Rischio è sottoposto ad una sostanziale e marcata revisione?
Le risposte possono essere diverse e rimandare alla fase di elaborazione e "costruzione" da parte dei tecnici, ma anche ad eventuali riflessi geo politici e amministrativi legati al momento della sua applicazione sul territorio. Dell'intorno aeroportuale e/o della prossimità della pista.
Se inizialmente il Piano di Rischio era stato pianificato lungo la pista, occupando il perimetro antistante e seguente, indifferentemente alle stesse traiettorie di decollo ed atterraggio - ed è un interrogativo che manteniamo - ora viene proposto uno spazio laterale.
Per quale ragione?
Non era statisticamente e casisticamente, da tempo, accertato che i crash aeronautici avvengono lateralmente alla stessa pista?
Perché emerge solo in questa fase di adozione del perimetro di rischio nei piani regolatori dei Comuni dell'intorno aeroportuale?
Certo la richiesta di risarcimento danni attivate da singoli cittadini ai Sindaci, per l'impossibilità di ottenere concessioni edilizie in determinate aree prossime alla pista di volo, non agevola il dibattito e la discussione tra i soggetti interessati.
a perdita del valore commerciale degli immobili localizzati nelle aree del rischio e l'ipotesi di delocalizzazione rappresentano un aspetto contraddittorio. Gli spazi "liberati" per il "Rischio" diventano aree immediatamente disponibili per le attività aeroportuali.
Oggetto di attenzione delle società aeroportuali e degli esercenti coinvolti nell'esercizio di attività dirette, indirette e indotte dell'infrastruttura dello scalo.
Quali saranno ora gli sviluppi dell'aggiornamento ENAC del Piano di Rischio?
L'operazione sicurezza per i cittadini viene, pur in un auspicato e condivisibile quadro di ampliamento del perimetro del rischio interessato, forse rallentata?
data inserimento: Mercoledì 30 Marzo 2011