In attesa del Piano Aeroporti che dovrebbe tagliare, finanziamenti ai minori.
Tutti vorrebbero un aeroporto sotto casa. Grande e/o piccolo e/o minore ma è una meta di tanti amministratori locali. Anche dei rappresentanti eletti al Parlamento di Roma.
Certo ci sono anche le problematiche ambientali e di coesistenza con i cittadini ed il territorio.
Un effetto collaterale più o meno gestibile e/o risolvibile. Almeno è quello che qualcuno potrebbe ipotizzare.
Lo studio di One Works - Kpmg - Nomisma redatto per conto di ENAC limiterebbe il numero - di quelli finanziati dallo Stato - a circa 23 - 24, rendendoli efficienti e remunerativi.
Ma, nel frattempo, nessuno si assume la responsabilità di far partire l'atteso Piano Aeroporti.
I restanti scali, siano essi periferici e minori, dovrebbero essere finanziati e sostenuti dalla Regioni.
In ossequio al processo di "federalismo" amministrativo in corso (?).
Brescia, Foggia, Cuneo, Ciampino e tanti altri, tagliati dal Piano, potrebbero rimanere aperti ma a spese di altri. Nessuna apertura di nuovi scali e, si suppone, anche la costruzione di nuove piste non sarebbe autorizzata.
Ma una notizia del 15 ottobre segnala il completamento dei lavori della pista dell’aeroporto La Spreta di Ravenna. Due interventi (nuova pista e recinzione) sono stati finanziati con circa un milione di euro da Enac. Nel contesto delle opere sui numerosi aeroporti minori del BelPaese.
L'Emilia Romagna ha il maggior numero di scali in Italia.
Il 7 ottobre 2011 un accordo tra ENAC ed ENIT (Ente Nazionale per il Turismo) ha programmato una convenzione per il rilancio degli aeroporti minori italiani per l’Aviazione Generale. In sostanza oltre al centinaio di scali periferici, magari piste in erba trasformate in manti asfaltati, andranno ad aggiungersi agli aeroporti dismessi dal Piano Nazionale Aeroporti.
Nel luglio 2010 Il Consiglio di Amministrazione dell’ENAC, aveva approvato il piano triennale 2010-2012 per gli investimenti finalizzati all’adeguamento e allo sviluppo degli aeroporti minori a gestione diretta dell’Ente.
Lo stanziamento totale era stato di circa 33,5 milioni di euro e, probabilmente, altri saranno stanziati dopo quest'ultimo accordo.
La supposta posizione strategica di qualsivoglia aeroporto e l'inespressa capacità operativa, che viene ritenuta fondamentale per l'economia ed il turismo di qualsivoglia area geografica del BelPaese, inevitabilmente, ancora una volta svela l'ennesima contraddittoria politica dell'aviazione civile (sia essa commerciale quanto privata e turistica).
Ma possibile che nessuno riesca ad imporre un realistico Piano Aeroporti Nazionale, una rete degli aeroporti minori, dopo aver verificato bacini di utenza e traffico, costi operativi e compatibilità finanziarie di Governo Centrale e delle singole Regioni: e adottarlo?
Certo, ma solo in un secondo tempo, solo dopo aver verificato ed assolto alle ineliminabili e doverose Procedure di Impatto Ambientale, di standard ICAO - ENAC (senza deroghe), di Piano di Rischio incidente aeronautico e relativo indice di rischio. Chiudendo e/o limitando l'attività su taluni scali metropolitani. Anche se, al momento, ritenuti "strategici".
Sicurezza delle operazioni di volo, salvaguardia dei passeggeri e dei cittadini dell'intorno aeroportuale sono parametri primari per esercire uno scalo aereo.
data inserimento: Martedì 18 Ottobre 2011