Tra cronaca e Emergency Airworthiness Directive (AD) EASA e FAA sulle flotte 320/330/340! Germanwings e le altre low cost sono oggetto dell'ennesima interrogazione sull'aviazione civile/commerciale e sull'ipotetica differenziata "safety". La realtà, comunque, è quella descritta dalla stessa interrogazione: le flotte degli aeromobili sono omologhe alle aerolinee tradizionali e le statistiche degli incidenti assegnano al trasporto aereo percentuali costantemente in riduzione. Il trasporto aereo, inoltre, è uno dei mezzi di comunicazione più sicuri!
Interrogazione a risposta in commissione 5 - 05187 presentato da MURA Romina
testo di Giovedì 26 marzo 2015, seduta n. 400
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
il trasporto aereo rimane ancora oggi il più sicuro, i dati parlano da soli: gli incidenti infatti sono stati 12 nel 2014 e 16 nel 2013. Negli ultimi 5 anni nel mondo è avvenuto un incidente ogni 4,34 milioni di voli;
gli standard di controllo e di sicurezza, come dimostrano gli incidenti, sono alti. In Italia quelli fissati dall'Enac sono uguali per tutti: sia le compagnie tradizionali che le «low cost» applicano procedure operative e di discrezionalità da parte dell'equipaggio che sono equivalenti;
il disastro aereo che ha coinvolto l'Airbus A320 della Germanwings, in cui sono rimaste uccise 150 persone, riapre comunque nuovi e inquietanti interrogativi sugli standard di sicurezza delle compagnie «low cost»;
l'Airbus A320, schiantatosi sulle Alpi francesi, era piuttosto «impopolare» tra i piloti della Germanwings a causa dei suoi frequenti problemi tecnici ed «uno degli aerei che rimanevano più spesso a terra»;
il velivolo della compagnia «low cost» controllata da Lufthansa era uno dei più vecchi Airbus 320: immatricolato nel 1990 venni mandando in cielo per la prima volta il 29 novembre dello stesso anno;
l'anzianità del veicolo alimenta i dubbi sulla sicurezza di quel volo: si pensi, ad esempio, che la flotta Alitalia ha una media di età di solo 8 anni;
i dubbi sulla sicurezza dei voli low cost sono in particolare legati alla manutenzione e al rispetto dei suoi cicli;
le compagnie «low cost» sono costituite da una miriade di vettori che spesso riescono a sfuggire dalla rete dell'Icao, l'organizzazione internazionale dell'aviazione civile, che sovraintende al trasporto aereo, il che rende difficile controllare sia le piccole che le grandi compagnie e verificare sicurezza, efficienza e qualità dei servizi;
in alcune compagnie «low cost», che hanno come obiettivo il massimo utilizzo degli aeromobili e la massimizzazione del profitto, il personale è più stressato e questo può ripercuotersi sulle procedure e sul grado di discrezionalità nel prendere le decisioni;
in queste «low cost» il personale non sempre riesce ad esprimere dubbi e lamentele: in Ryanair, la prima compagnia a basso costo in Italia, con basi in tutto il Paese, i piloti e gli assistenti di volo hanno denunciato più volte una pressione sui tempi;
in queste compagnie le hostess e gli steward non si limitano a fornire assistenza, ma svolgono più funzioni: puliscono l'aereo e sovrintendono alle operazioni di imbarco, quasi sempre il rientro alla base di partenza avviene in giornata;
come è stato denunciato anche sulla stampa, questo può comportare che qualcuno voglia spingere la macchina al massimo, pur di portare a termine il volo, che, in altre compagnie, con organizzazione e tempi diversi, verrebbe con tutta probabilità cancellato;
la decisione ultima spetta al comandante, in capo al quale secondo il codice della navigazione vi è la responsabilità giuridica: se le pressioni della compagnia sono forti, il margine di discrezionalità del comandante stesso si restringe con conseguente riduzione del livello di sicurezza del volo in questione –:
se non ritengano urgente attivarsi attraverso 1'ENAC e tutte le autorità competenti affinché, alla luce di quanto emerso anche in recenti inchieste giornalistiche, sia ulteriormente aumentato il livello di sicurezza dei voli italiani, sia quelli operati da compagnie tradizionali sia quelli svolti da compagnie «low cost»;
quali iniziative intendano adottare affinché la politica del «massimo utilizzo degli aeromobili e della massimizzazione del profitto» condotta da alcune compagnie «low cost» che operano in Italia non ricada sul personale a bordo (piloti e assistenti di volo) e, conseguentemente, sulle procedure e sul grado di discrezionalità delle decisioni che esso è chiamato a prendere;
quali iniziative intendano adottare affinché le politiche industriali di alcune compagnie «low cost» siano rispettose dei diritti dei lavoratori e della sicurezza dei passeggeri, molti dei quali hanno ripetutamente denunciato comportamenti da parte delle compagnie che nulla hanno a che fare con la sicurezza e la serenità del personale di bordo.
data inserimento: Martedì 07 Aprile 2015