Una realtà incidentale, una investigazione tecnica, una realtà processuale da verificare.
Michel Connelly, bestseller USA di thriller nel romanzo La lista, edito da Piemme - Numeri primi, nell'incipt, mette in bocca all'avvocato Mickey Haller la seguente sintesi:
"Tutti mentono. La polizia mente. Gli avvocati mentono. I testimoni mentono. Mentono le vittime. Un processo è una gara di menzogne. In aula lo sanno tutti; lo sa il giudice, lo sanno i giurati. Entrano in tribunale consapevoli che verranno raccontate loro solo bugie. Prendono posto al banco e accettano di ascoltarle. Certo tra realtà dei fatti accaduti, della dinamica incidentale di qualsivoglia evento, spesso il divario è marcato. Consistente. Magari, per paradosso, contrapposto. Il segreto, se sei seduto al tavolo della difesa, è avere pazienza. Aspettare. Non una bugia qualsiasi, ma la bugia, quella giusta, quella da cogliere e modellare come metallo incandescente per trasformarla in una lama affilata. E con quella lama sventrare il caso, spargendone a terra le viscere. Il mio lavoro è questo: forgiare la lama. Affilarla. Usarla senza pietà e senza scrupoli. Essere la verità in un luogo in cui tutti mentono".
Quello descritto da Michel Connelly è davvero una dinamica processuale tipica, ed esclusiva degli USA, o è riproducibile, nei fatti, altrove?
E' forse anche uno scenario del sistema processuale del BelPaese? Riguarda anche quanto avviene nei processi attinenti gli incidenti aerei? E forse possibile che l'andamento delle udienze, tra patteggiamento della pena, rito abbreviato, relazioni di consulenti, integrazioni di perizia, rogatorie internazionali, trattative per risarcimenti extragiudiziari, ammissioni parziali, persegua i tempi lunghi. Magari con udienze trascorse che vengono vanificate. Con testimonianze, con consulenti da risentire. Tra patteggiamenti e richiesta di risarcimento danni le evidenze della relazione tecnica svolta da soggetti istituzionali e la realtà emersa dal dibattimento processuale la verità si delinea, come sostiene l'avvocato Mickey Haller "un luogo in cui tutti mentono"?
O forse dovremmo registrare tre categorie di eventi incidentali distinti.
La dinamica incidentale vera e propria. Quella ricostruita dalla investigazione e dall'analisi eminentemente tecnica. Infine quella processuale: comunque ancora diversa. Con risultanze, cause, concause e responsabilità, troppo spesso articolate e differenziate. Anche contrastanti tra di loro.
In definita si compirebbe una sorta di trasfigurazione della realtà avvenuta. Una "scomparsa della realtà" e quindi dovremmo rassegnarci alla perdita della realtà, della dinamica incidentale.
Alla rinuncia dell'identificazione non solo delle cause, della catena degli eventi che hanno determinato quella realtà, ma anche delle stesse responsabilità oggettive. Umane e organizzative.
Ma è davvero sicuro che dobbiamo rassegnarci a non ricercare le verità, le cause e le responsabilità negli eventi incidentali, minori e maggiori, nel settore aviation?
data inserimento: Domenica 13 Novembre 2011