Alcuni piloti avrebbero corrisposto e/o pagano da 30 a 50mila euro! Anche in Italia? Nel silenzio? Con un comunicato l'ECA (European Cockpit Association) ha denunciato l'annosa (oltre decennale?) pratica sottoposta ai giovani piloti: gli accordi, le procedure, sottoscritte dagli stessi piloti - ma anche dagli assistenti di volo nella fase addestrativa - formativa - denominate “Pay-to-fly” (P2F).
Sono formule, costantemente innovative, chiamate anche “self-sponsored line training” che richiedono ai piloti pacchetti addestrativi di ore-di-volo al fine di assicurarsi maggior esperienze di volo, accrescere la propria professionalità, raggiungere le quote minime di volo/anno sulla macchina volata e, in definitiva, costruire un curriculum di volo.
Talvolta il pacchetto-di-ore-di-volo sottoscritto tra aerolinea e pilota riguarda anche l'acquisizione del type-rating su uno specifico esemplare di aeromobile.
L'ECA sottolinea inoltre la sorprendente "creatività" sviluppata dalle aerolinee "airlines are constantly reinventing" le modalità dei contratti tra il singolo pretendente - sia esso un giovane pilota quanto un assistente di volo e forse anche per tecnici di terra e manutentori aeronautici - e l'aerolinea e/o azienda associata.
Probabilmente la stessa Commissione Europea e l'EASA - nel breve periodo - potranno bandire quest'annosa quanto sistematica "formula" “Pay-to-fly” (P2F). E' diventato una sorta di business parallelo all'attività prevalente del trasporto passeggeri e merci agevolato dalle pressioni finanziarie innescate dalla competizione tra vettori aerei.
“Airlines are constantly reinventing models to get cheaper labour, like hiring self-employed or fake self-employed pilots, pilots on temporary work agency contracts, or on zero-hours contracts,” says ECA President Dirk Polloczek. “But P2F takes such unacceptable".
Il progressivo allargamento delle pratiche “Pay-to-fly” si accompagnano a condizioni lavorative pesanti in termini di ore di impiego giornalieri, mensili e annuali. Contratti d'impiego che riflettono comunque stipendi e indennità decisamente low cost. La capacità di contrattazione e sindacale del personale apapre del tutto simbolica se non inconsistente: impraticabile.
Con il “Pay to fly” in sostanza si paga per volare e il personale in formazione, talvolta senza licenza di volo professionale, se da un lato agognano a contratti di lavoro definitivi, a tempo indeterminato sono sottoposti ad un contesto operativo nel quale la normativa delle nuove “Flight time limitations” - approvate da EASA - non ostacolano una prassi ritenuta da ECA dannosa e controproducente.
I costi che, ad esempio, il giovane pilota deve fronteggiare possono variare da 30-50mila euro per ogni contratto. Ecco , a riguardo uno stralcio del comunicato ECA del 28 aprile 2015.
“P2F practices discourage young motivated men and women to join the profession, or – once they did their initial pilot training – pushes them into financial exploitation, by making them pay 30-50.000 euro for a P2F contract, on top of the already high costs of their initial training,” says Philip von Schöppenthau, ECA Secretary General. “In addition, P2F provides a perverse incentive for a pilot to fly at any cost. Few will admit it, but when you have paid up to 50.000 euro to fly this plane, you will think twice before deciding not to fly today because you feel sick or fatigued. Like any other pilot, young pilots must focus on the task and prioritise safety, rather than having to worry about the financial and career consequences of taking safety-related decisions.
Cambierà qualcosa? E nel Belpaese qualè la situazione delle aerolinee che volano Italia? Quale iniziative potrà avviare ENAC per monitorare una realtà che, a quanto pare, è perlomeno esistita? E' ancora attuale?
Sicuramente è una realtà per numerose aerolinee di altri Paesi europei operanti nella Penisola.
data inserimento: Martedì 12 Maggio 2015