Lo scenario "operazione cargo" è sostenibile? Anche dopo l'approvazione del Piano Nazionale Aeroporti la convinzione che i 24 aeroporti principali del Core Network Comprensive Network e i 18 aeroporti di Servizio costituiscano una rete di infrastrutture aeroportuali assai più ampia dei bacini di traffico, di raccolta di utenza, di 60-120 minuti di territorio. Una intesa tra Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, ha alla fine superato il tradizionale campanilismo nel quale operavano ben 90 scali.
Ma anche gli attuali 42 (24+18) aeroporti non hanno affrancato una situazione di difficoltà concorrenziale nelle quale pochissimi scali generano risultati positivi e profitti. Lo scenario di gestioni aeroportuali nelle quali perdite, sprechi e inefficienze costituiscono un confronto quotidiano e che senza politiche di incentivi ai voli, di accordi di co-marketing (spesso a carico del finanziamento pubblico) per l'attivazione e la continuità dei voli. Anche se il Piano Nazionale Aeroporti, infatti, ha individuato "10 bacini di traffico omogeneo, determinati in base al criterio di una distanza massima di 2 ore di percorso in auto da un aeroporto di particolare rilevanza strategica", la sovrapposizione di tanti scali rappresenta, infatti, una restringimento negativo per il sistema bacino di utenza primario.
Decisivo è anche un aspetto associato a tale criterio: il piano nazionale degli aeroporti determina la strategia degli investimenti dello Stato nelle infrastrutture di collegamento degli scali. In questo quadro di riferimento si pone la campagna mediatica (con il sostegno dell'Unione Parmense degli industriali e del mondo politico) a sostegno del nuovo "Piano strategico di sviluppo dell'aeroporto" di Parma. Il rilancio dello scalo parmigiano, un aeroporto che il Piano nazionale Aeroporti ha collocato tra il 18 scali di servizio, che si propone con vocazione logistica e cargo in genere. A riguardo di una ipotetica "operazione cargo" si parla di uno stanziamento di dodici milioni per il «Verdi». Per realizzare interventi e opere per adeguare le infrastrutture indispensabili alle operazioni di volo di flotte "cargo".
Anche quando il Piano Nazionale Aeroporti, dopo aver identificato gli aeroporti tre strategici intercontinentali, quelli (9) aeroporti strategici inseriti nella core network europea, quelli di interesse nazionale, e tra questi non compare Parma: ha anche designato gli scali cargo.
Il traffico cargo in Italia - rileva il PNA - è "concentrato per la gran parte in due sole aree geografiche (Lombardia 64% e Lazio 20%) dove viene smistato circa l’84% del totale delle merci via aerea. Il traffico è sostanzialmente concentrato per il 77% in tre aeroporti principali: Milano Malpensa (47%), Roma Fiumicino (18%) e Bergamo Orio al Serio (12%). Tutti gli altri scali sono stati interessati da quote inferiori al 4% del totale".
Come si colloca, in questo contesto, il " Piano strategico di sviluppo dell'aeroporto" di Parma?
Anche quando i media locali riferiscono sull'accordo esclusivo per la creazione di un centro di transito cargo all'aeroporto di Parma con Malpensa, un progetto coordinato con Etihad Cargo e le compagnie aeree partner, come valutare il progetto parmense?
L'attuale configurazione di piste, raccordi, piazzali e terminal dovrebbe essere del tutto cambiata. Con una pista di almeno 4000 metri di lunghezza e standard di sicurezza airside con spazi laterali e di fine pista RESA (Runway End Safety Area di 240 metri) e le altre caratteristiche che ENAC ha predisposto per le nuove piste.
Anche le valutazioni e verifiche relative al piano di rischio per incidente aereo, al rischio terzi, si dovranno accompagnare a valutazioni di impatto ambientale (VIA e VAS) con mappe acustiche e di emissioni gassose del tutto adeguate a salvaguardare e tutelare i cittadini che vivono nelle vicinanza delle piste.
E' una operazione che richiede ingenti investimenti e che contraddice le odierne deliberazioni del Piano Nazionale Aeroporti. Chi paga? Lo scenario "operazione cargo" è, comunque un obiettivo primario e condiviso quanto compatibile con la logistica dei voli merci?
data inserimento: Giovedì 27 Ottobre 2016