Tra scenari competitivi artificiosi e l’urgenza di “certificazioni” ENAC-EASA! Solo nella Regione Emilia-Romagna la aviation-history propone gli aeroporti di Rimini, Forlì, Bologna e Parma. Il bacino di traffico del Centro-Nord, tuttavia, raccoglie – solo nelle due Regioni Emilia-Toscana - anche gli scali di Pisa e la new Firenze Peretola di 2400 metri (qualcuno vorrebbe potenziare persino Siena Ampugnano!). Sono comunque scali - mediamente piccoli - con scenari e prospettive di crescita circoscritta alle caratteristiche dell’infrastruttura aeroportuale, alla sua localizzazione critica e a volumi di traffico determinato in prevalenza da accordi di co-marketing con aerolinee del segmento low cost.
Ovvero con accordi sottoscritti da soggetti pubblici e para-pubblici con le aerolinee, con finanziamenti ai voli in grado di determinare reddittività cospicue ai rispettivi gestori aeroportuali. La competizione tra questi scali, sostanzialmente insediati nel medesimo bacino di traffico, appare del tutto fittizia e forzata, determinata da supporti assimilabili agli aiuti-di-stato.
Il confronto, disputa, concorrenza tra questi aeroporti sembrerebbe trascurare un dato primario e ineliminabile. Sono le caratteristiche infrastrutturali di ogni singolo aeroporto a qualificare masterplan e politiche aeroportuali al 2030-2044.
Qualora lo scalo abbia una pista “minore”, ovvero troppo corta e magari localizzata in prossimità del centro di una città e in prossimità di un centro commerciale, di una università, di uno stadio di calcio e/o di una serie di casermoni tipo fiera, senza aver verificato il piano di rischio, il rischio terzi-risk assessment e il relativo carico antropico associato, inevitabilmente pone interrogativi fondamentali.
Per quali ragioni proporre – con studi e analisi specifiche - i possibili scenari strategici di sviluppo, il contesto competitivo e le performance operative ed economiche dell’aeroporto, in assenza di certificazioni “aviation” dii ENAC?
Parma-Airport sembrerebbe essere stato sottoposto – al momento - ad una Piano di Rischio deliberato dal Comune di Parma, nella versione 06 del Settembre 2011, esclusivamente con le zone A, B e C, senza la zona laterale D, fino a 1000 metri laterali. Con un sedime aeroportuale di circa 50 ettari, in sostanza una estensione appena laterale alla pista 02/20, al momento di 2124x45 metri, con uno spazio di parcheggio aeromobili-apron per la sosta di un massimo di 8 velivoli rappresenta un’infrastruttura aeroportuale “minore”. Una strip area di 300 metri che all’altezza della torre di controllo ENAV si riduce a 220 metri, un terminal a ridosso della pista con un sedime aeroportuale di appena 60 ettari.
Il documento “The City Airport – Aeroporto di Parma – Business 2016-2020 Plan - Piano strategico, tuttavia propone scenari straordinari per questo scalo localizzato a 2,5 Km dal centro della Città. Ma anche a “due passi dalla Fiera: con un programma di 12 fiere/anno. Con un progetto di insediare un vasto centro commerciale, con pretese di diventare uno dei maggiori in Europa: di 400.000 metri quadri.
Ma non basta Il Piano Strategico, con l’allungamento della pista a 2960 metri verso nord, ha progettato anche una zona Cargo City, con due poli logistici e il nuovo Terminal tra la Fiera e il Centro Commerciale. Per finire lo stesso Piano Strategico 2016-2020, che tuttavia appare bisogno di una quale integrazioni specifica, se no del tutto superato e/o da aggiornare, propone, infine, The Mall – Progetto futuro, una sorta di distretto urbano di nuova generazione con uno “shopping experience evoluta”, oltre la “semplice vocazione retail, il cliente sarà sodisfatto dalla sua visita al centro dove potrà spendere il tempo con cibo, shopping, intrattenimento, natura e relax”.
Scenari del tutto straordinari e lungimiranti ma che avrebbero dovuto essere, preliminarmente, analizzati e verificati nelle compatibilità di una infrastruttura aeroportuale e che necessita di “certificazioni” standard ENAC- EASA (Regolamento UE 139/2014).
E’ ben noto, infatti, che:
- Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
- Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
- Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
- Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc...
Nelle zone di tutela A, B e C vanno evitati:
- insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc... ;
- costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili;
- attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale.
Senza adeguati riscontri preliminari relativi al ruolo dell’Aeroporto di Parma nel bacino di traffico centro-nord, alla analisi location nella rete competitiva degli scali a distanza di 90 minuti di auto, al Piano di Rischio integrale, al Rischio Terzi-Risk assessment, al livello del “carico antropico” delle Fiere, del centro Commerciale e del Mall, infatti, qualsivoglia Piano Strategico non potrà che rappresentare altro che un mero libro-dei-sogni.
data inserimento: Martedì 03 Aprile 2018