Riguarderebbe l'84% dei sedimi di scali civili e delle aerobasi del Belpaese. Non solo bonifiche da ordigni inesplosi della I e II Guerra Mondiale ma una miniera di reperti e tanto altro, anche di migliaia di anni addietro. Tutto da identificare, monitorare e catalogare in una coesistenza complessa e costosa tra la civiltà del trasporto e della comunicazione di massa e vestigia di una storia millenaria.
All'interno ed all'esterno del sedime degli aeroporti/aerobasi del Belpaese le problematiche associate all'esercizio dello scalo, alle attività di volo come quelle alle ricadute sono, come noto, parecchie. Forse troppe e mai del tutto risolte. Per varie ragioni. La principale e quella conseguente alla pretesa di potenziare piste e scali aerei storici. Insediati ed esistenti, talvolta, anche da un secolo. Piste all'origine sedi di aerobasi della I e II Guerra Mondiale sottoposte a piani di sviluppo e potenziamento con PSA (Piani Strategici Aeroportuali che - il tanto atteso Piano Nazionale Aeroporti per il traffico civile/commerciale da un lato e il Libro Bianco delle Forze Armate per le aerobasi dall'altro - ha determinato progettualità al 2030 ed oltre che hanno stravolto e stanno alterando - senza ritorno - l'assetto "ambientale" pre - aeronautico.
Aerohabitat - come consuetudine - ha sintetizzato nella news del 2 gennaio 2014 identificata come "Italian Safety List 2015 di Aerohabitat CentroStudi"- Belpaese: i TARGET primary della SAFETY sono ancora un traguardo da raggiungere - un elenco delle problematiche da affrontare e, possibilmente, risolvere.
Tra di queste, tuttavia, non ha mai segnalato una questione che era rimasta spesso sullo sfondo. Non costituendo un'esigenza immediata e diretta dei cittadini e della popolazione insediata e operativa in questi ambiti territoriali.
Questa ennesima questione è stata identificata come "rischio archeologico" associata ai cantieri e agli intereventi di potenziamento dei sedime aeroportuali. Al Ministero dei Beni Culturali hanno rilevato come almeno l'80% dei sedimi aerei sia interessato. In due recenti occasioni, relativi a sondaggi e scavi svolti nei due maggiori aeroporti italiani - Fiumicino e Malpensa - sono state elaborate specifiche "Relazioni archeologiche". A Malpensa sono stati rinvenuti reperti di oltre 4000 anni addietro.
E' accaduto anche a Pisa al "Galileo Galilei" dove la stessa SAT S.p.A., gestore aeroportuale ha commissionato nell'ambito del "Progetto preliminare per il nuovo sistema di collegamento (People mover) tra la stazione ferroviaria - Pisa Centrale e l’Aeroporto Galilei Galilei di Pisa una "VERIFICA PREVENTIVA DELL’INTERESSE ARCHEOLOGICO".
Quanti altri aeroporti e aerobasi sono coinvolti?
Il Piano Nazionale Aeroporti non sembrerebbe segnalare nulla al riguardo anche se la questione non dovrebbe essere ne trascurata tantomeno sottovalutata.
data inserimento: Martedì 06 Gennaio 2015