Crescono acquisizioni e scambi azionari, ma decisivo è il co-marketing. Se la Corporacion America, società argentina di trasporti, sembra esclusa dalla "gara" del Catullo e Montichiari (Aeroporti del Garda) a vantaggio dell'offerta della SAVE, quest'ultima ha ancora in piedi lo scambio (acquisizione azionaria della società Aeroporto FVG proprietaria dello scalo di Ronchi dei Legionari. Esclusa dall'offerta degli Aeroporti del Garda sembrerebbe anche la SACBO di Bergamo. La Corporacion America ha comunque acquisito Ali Trasporti Aerei (ATA) la società che controlla l'area dell'Aviazione Generale di Linate ovest e, come privato, è azionista nella Airgest, gestore dell'aeroporto Vincenzo Florio di Trapani. Incombono le capacità strategiche del Fondo F2i che controlla Capodichino ed è prossima a crescere ancora in SEA.
La crisi di bilanci, di traffico, di rifinanziamento, di ricapitalizzazione sta stravolgendo l'assetto e l'azionariato delle società di gestione degli aeroporti italiani.
Se gli scali emiliano romagnoli di Parma, Forlì e Rimini sperimentano una sorta di "rianimazione" (alla ricerca sfrenata di soci e ricapitalizzazioni) nella speranza di poter continuare attività aerea civile/commerciale, la valutazione degli aeroporti del Belpaese sono in progressivo ribasso e appetibili.
Tutto sta cambiando ed in fretta. La maggioranza delle società di gestione registrava profitti in prevalenza non aeronautici (royalties varie), il versante delle entrate aeronautiche invece sono sempre state una sofferenza. Le amministrazioni pubbliche, ancora azionisti preponderanti nelle società di gestione aeroportuali in un contesto di spending review si trovano senza risorse finanziarie per le esigenze aeroportuali. Tra le spese correnti incidono anche i costi di sostegno ai voli. I cosiddetti costi extra del co-marketing (e contratti pluriennali) rappresenta un ulteriore aggravio.
A questo riguardo un interrogativo prevale su altri: come faranno utili le rinnovate società aeroportuali (magari a capitale privato) senza il rifinanziamento del co-marketing al fine di mantenere e potenziare i voli su uno scalo? Quali sono le aspettative dei nuovi "compratori"?
Probabilmente interessati anche alla prossima dismissione di alcune aerobasi ex Aeronautica Militare Italiana e NATO.
Le politiche di accorpamento degli aeroporti, una sorta di hub diffuso sul territorio, nel contesto ampio del nordest potrebbe davvero costituire una catchment area in grado di soddisfare la clientela ma sopratutto di competere con infrastrutture hub come Fiumicino e Malpensa in Italia? Magari anche divenire un reale competitore con lo scalo di Monaco di Baviera e forse gli hub continentali? Il progetto di sistema multi-aeroporto del nordest potrà inoltre concepire e realizzare entrate aeronautiche cospicue? Prevalenti sui proventi derivati dalle royalties dei parcheggi e dei negozi/centri commerciali localizzati entro il sedime aeroportuali?
data inserimento: Mercoledì 28 Agosto 2013