Ora anche la richiesta ADR di ridurre i voli al 60%. Dopo che nei gironi scorsi la Procura di Civitavecchia ha deciso il sequestro preventivo del molo D del Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino la situazione non si è ancora chiarita.
L'ultima notizia tra le tante proviene da ADR - la società Aeroporti di Roma esercente dello scalo romano - e che "a seguito delle gravi preoccupazioni da parte dei lavoratori aeroportuali riguardanti la salubrità dei luoghi di lavoro, dovute alla mancata comunicazione da parte delle Autorità competenti delle analisi comprovanti il relativo stato della struttura aeroportuale coinvolta dall’incendio del 7 maggio scorso, che sta comportando notevoli disagi, ha chiesto all’Enac (Ente nazionale aviazione civile), una riduzione dell’operatività aeroportuale del "Leonardo da Vinci" al 60%".
Nello stesso tempo ENAC, nella giornata del 29 maggio, nel comunicato stampa 62/2015 rileva:
"Con riferimento al comunicato stampa emesso dalla ASL Roma D, competente per territorio, in cui si riportano i risultati delle analisi sin qui condotte che "non suggeriscono un significativo incremento del rischio sanitario" per i lavoratori nelle aree agibili, l’ENAC ritiene che ciò possa riportare sicurezza tra i lavoratori aeroportuali. In conseguenza, l'Ente ha deciso di mantenere la riduzione della capacità operativa dell’Aeroporto di Roma Fiumicino allocata all'80% come attualmente previsto".
La vicenda successiva all'incendio del Terminal 3 del 7 maggio, dopo la chiusura della zona e la sua riapertura il 18 maggio - "non riscontrando alcun rischio per la salute di lavoratori e passeggeri", ecco che è stata posta - sostengono i media - la questione di "verificare la presenza di diossina o altre sostanze che potrebbero essere tossiche per passeggeri e lavoratori".
Tuttavia la Procura di Civitavecchia ha sostenuto come il sequestro del Molo D del Terminal 3 disposto dal gip, non fosse riconducibile alla presenza di diossina. La precisazione smentisce di fatto le note giornalistiche ma non rende ancora trasparente la realtà di quanto è accaduto o si sta verificando.
Da una parte, infatti, il Molo D rappresenta solo una parte del Terminal 3 e quindi il provvedimento della Procura potrebbe apparire parziale e/o riduttivo, dall'altro ASL Roma D, soggetto competente per territorio sostiene come "le analisi sin qui condotte: "non suggeriscono un significativo incremento del rischio sanitario" per i lavoratori nelle aree agibili".
A questo punto quindi, dopo il riscontro delle Autorità Sanitarie territoriali (ASL Roma D), mancano le risultanze dell’Istituto Superiore di Sanità a cui si era rivolto ENAC al fine di svolgere delle rilevazioni presso le aree che erano state interessate dall’incendio accaduto nella notte tra il 6 e il 7 maggio.
La Procura di Civitavecchia in relazione all'incendio al Terminal 3 avrebbero iscritto nel registro degli indagati l'amministratore delegato di Aeroporti di Roma (Adr), Lorenzo Lo Presti, per violazione della normativa sulla sicurezza dei lavoratori nelle giornate successive il 7 maggio. In una ulteriore precisazione il Procuratore capo di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, avrebbe sostenuto come il sequestro preventivo del molo D del Terminal 3 sia conseguente alla "persistente inosservanza da parte dei datori di lavoro delle disposizioni previste dalla legge a tutela della salute dei lavoratori".
data inserimento: Venerdì 29 Maggio 2015