Gli scali del Belpaese non hanno appeal? Sono forse troppo indebitati e senza prospettive reali? L'insuccesso SEA non rappresenta una crisi del sistema aeroportuale italiano? Fosse questo lo scenario non saremmo dinnanzi ad errori nella modalità dell'operazione ne a responsabilità nel fallimento della quotazione in borsa per carenza di investitori.
E solo una lezione per l’intero sistema degli aeroporti italiani non solo un caso SEA. Dopo Forli, Parma, Torino e altri scali alla ricerca di investitori e nuovi soci. Di scali che perseguono dismissioni dell'attività o cedimento di quote azionarie possedute, dopo anni di difficoltà operative, di bilancio di ricerca di risorse per politiche di co-marketing e riqualificazione dell'infrastrutture aeroportuali, nel quadro dell'incombente adozione del Piano Nazionale Aeroporti, rivela estreme criticità operative.
Se da un lato i Contratti di programma stipulati tra l'Enac e le società di gestione aggiornano e incrementano il profilo tariffario aeroportuale per acquisire risorse da destinare al piano degli investimenti e il rispetto degli obiettivi di qualità e di tutela ambientale, dall'altro non risolvono le incertezze industriali delle società di gestione.
La politica di dismissioni delle amministrazioni locali, soci nella maggioranza delle società di gestione aeroportuali, si accompagna a traguardi di liberalizzazione e di valorizzazione dell'impresa appare l'unica opzione per soci, spesso, sollecitati a ricapitalizzare il loro impegno in un contesto di spending review e di carenza di risorse reperibili. Per Municipalizzate, per Provincie, Regione e compartecipate.
Le entrate delle società aeroportuali sono, anche, spesso compromesse dal ritardato e/o mancato pagamento di tariffe e handling da parte dei vettori aerei.
Come individuare le ottimali strategie industriali, come disporre di competenze manageriali in grado di proiettare gli scali, che scontano oggettiva difficoltà nell'acquisizione di quote di traffico e di fronteggiare anche i costi ambientali e di sostenibilità dell'infrastruttura aeroportuale.
Costi di insonorizzazioni degli edifici, di delocalizzazione dei caseggiati sottoposti a impatto acustico superiore a 65Lva, opere e cantieri da aprire e sostenere per interventi correlati all'adozione del Piano di rischio per incidente aereo rappresentano non solo insidie all'incremento dei voli e potenziamento del traffico ma spese che da tanti anni sono stati differite.
In numerosi di questi scali i collegamenti aerei usufruiscono di robusti sostegni co-marketing e la loro sospensione e/o interruzione costituisce non solo una sfida ma una incognita devastante per le prospettive industriali e gli investitori candidati e/o aspiranti tali lo sanno.
data inserimento: Martedì 04 Dicembre 2012