VIA, VAS e masterplan sempre aperti. E anche tanto altro. E adesso il fronte dei comuni che avversano e/o si preoccupano delle ricadute ambientali - territoriali di Malpensa si allarga bel oltre la prima linea del sedime dello scalo.
Ai comuni storici raggruppati nel CUV (Consorzio Urbanistico Volontario), Somma Lombardo Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Vizzola Ticino si è costituito un secondo gruppo (Turbigo e altri lombardi di seconda fascia) ed ecco un terzo. Il coordinamento nord Malpensa- Lago di Varese raccoglie Daverio, Mornago, Azzate, Sumiragio, Crosio, Della Valle, Inarzo, Galliate, Lombardo e Cazzago Brabria.
Non possiamo dimenticare il fronte del COvest, dei comuni piemontesi oltre Ticino che da tempo sono attivi contro il potenziamento di Malpensa.
E' forse un record? La mobilitazione e progressivo aggiungersi di comuni dell'intorno di Malpensa disegna una sorte di accerchiamento davvero insolito.
I cittadini piemontesi e lombardi, quelli a ridosso delle piste ed anche quelli sottostanti sembrerebbero coalizzati contro l'esistenza stessa dell'infrastruttura di Malpensa. Probabilmente per verificare le ricadute ambientali-territoriali, fronteggiare le strategie dello scalo con stime e verifiche puntuali servirebbe riferirsi a determinati volumi di traffico. Al numero di movimenti/giorno/anno per pista e al numero di passeggeri anno.
Quali potrebbero essere i dati di riferimento? Trecento voli/giorno? Cinquecento? Venti milioni di passeggeri?
Vincolare voli e passeggeri alla Valutazione ambientale autorizzata di 12 milioni di passeggeri/anno? Difficile prefigurare quale sia il target che i vari raggruppamenti di cittadini lombardi e piemontesi si sono posti.
Probabilmente manca un accordo preliminare, non solo tra i cittadini rappresentati dalle amministrazioni comunali, ma a anche tra gli stessi comuni.
Ma com'è possibile l'esistenza di tali moltitudini e frazionamento di interesse?
Quello che avviene nell'intorno di Malpensa potrebbe fatalmente riprodursi in altri scali della Penisola?
Difficile pronosticarlo. I dubbi e le incertezze sui reali propositi degli esercenti aeroportuali, quando le stime, le analisi degli impatti non risultano chiariti e condivisi, sono legittimi.
Probabilmente questi eventi sono il risultato del mancato dialogo e confronto tra gestori aeroportuali, autorità di vigilanza nazionale (ENAC) e cittadini e loro rappresentanti locali (Comune, Provincia e Regione).
Le occasioni periodiche associate alla presentazione delle Valutazioni di Impatto Ambientale, della VAS, dei masterplan aeroportuali, la loro discussione, il confronto sulle osservazioni, negli altri Paesi della UE, sono il momento decisivo per risolvere le questioni. In maniera lineare e trasparente, talvolta anche aspro.
Magari anche senza una adesione totale da parte dei cittadini. Come è avvenuto nel recente periodo a Francoforte, Parigi e Vienna.
Ecco, nel Belpaese, non sembra ancora mai accaduto. In nessun aeroporto.
data inserimento: Domenica 27 Gennaio 2013