La low cost, comunque, minaccia davvero sanzioni? Innanzi tutto è indispensabile conoscere la ragione dello sciopero dei “piloti” e “assistenti di volo” della Ryanair.
A tale scopo il comunicato Stampa del sindacato italiano dei piloti ANPAC è preciso:
“il personale navigante Ryanair delle basi italiane scioperano il prossimo 15 dicembre per una “mobilitazione per il riconoscimento dei propri diritti di rappresentanza, di negoziazione e per un contratto collettivo nazionale.” L’iniziativa avrebbe per finalità il “riconoscimento dei propri diritti e per avere un contratto collettivo di lavoro nazionale il personale navigante di Ryanair aderente ad ANPAC ha votato a larghissima maggioranza per la prima dichiarazione di sciopero dalle 13:00 alle 17:00 del prossimo 15 dicembre”.
La nota informativa ANPAC segnala come lo stesso piano sia “in corso negli altri paesi europei in cui opera Ryanair, in accordo alle diverse legislazioni nazionali, con le medesime rivendicazioni e per stabilire un piano virtuoso di relazioni industriali in Ryanair a livello di quanto già in essere in altre compagnie aeree transnazionali come EasyJet, Norwegian e Vueling”.
La novità e svolta in questa contesa proviene dalla Ryanair: con una nota in lingua inglese comunica ai dipendenti che in caso di adesione allo sciopero del 15 dicembre (che peraltro si sovrappone ad uno sciopero coincidente dell’ENAV – ATC sulla maggioranza degli aeroporti Italiani) potrebbero scaturire ripercussioni sul personale coinvolto. Esiti, si potrebbe interpretare, che potrebbero risultare scontate, inevitabili.
L’informativa ai piloti e assistenti di volo di base in Italia è firmata da Eddie Wilson, capo del personale, inquadra uno scenario con possibili contraccolpi sui turni di volo e riflessi sulla busta paga e su trasferimenti di base richiesti e promozioni. La legittima mobilitazione per ottenere quello che risulta il primo stadio dei diritti civili del personale di volo, almeno in Europa, si è allargata ad altri Paesi del Vecchio Continente e non può che essere salutata con favore anche dagli utenti aerei e dagli analisti del trasporto aereo. Finalmente quindi, anche se tale rivendicazione era attesa da troppo tempo. La storia della Ryanair risale al 1985, al fondatore Tony Ryan, anche se solo dai primi anni ’90 la low cost si è gradualmente imposta sullo scenario europeo.
E’ con l’arrivo di Michael O'Leary che l’aerolinea si è affermata rapidamente con la sua flotta di Boeing 737 e con equipaggi di volo, di cockpit e cabina passeggeri, che volano, possibile, senza alcun “diritto sindacale”? Possibile che da oltre 20anni il personale di volo non abbia rivendicato diritti in termini sindacali minimi e diretti ma, a quanto pare, che, potrebbero, anche aver interessato le procedure di volo di cockpit e cabina passeggeri. Possibile che i piloti e assistenti, in questo periodo di assenza sindacale ufficiale, non si siano confrontati nella “formalizzazione” delle tecniche e procedure-normative-specificità-opzioni da adottare di volo? Sulle problematiche di safety, di security, dei “commerci-vendite” a bordo?
Le operazioni di volo della flotta di aeromobili civili Ryanair, la regolarità dei voli, dovrebbero, comunque risultare negli standard di sicurezza dei Regolamenti, Circolari, Disposizioni e Procedure Operative previste da ENAC e altre autorità nazionali UE, di ICAO, EASA rispondenti alle normative nazionali ed europee - Procedures for Air Navigation Services - Air Traffic Management (PANS ATM, Doc 4444).
L’attività delle Direzioni Operazioni, i processi di certificazione degli ispettori di volo sono, quindi, stati coordinati con tecnici e piloti in rappresentanza del personale di volo per le rispettive competenze.
Le qualificazioni iniziali professionali di standardizzazione e di accrediti ICAO, EASA, FAA, ad esempio riguardanti il piano di volo, sono stati analizzati dai piloti “non sindacalizzati” ottenendo le corrispondenti certificazioni? Il numero dei voli-tratte nell’arco delle 24 ore sono stati “certificati” dalle autorità di aviazione civile di ogni Paese e/o da gruppi di “piloti parasindacalizzati”? Chi ha analizzato e valutato le casistiche safety-security di Ryanair in assenza di riconoscimento sindacale? Chi ha mai posto tali considerazioni in oltre 20anni di operazioni di volo?
La formulazione del piano di volo ICAO e le modalità di compilazione dello stesso per, ad esempio, l’identificazione del livello di volo, del computo della quantità di carburante imbarcato per la tratta, in aggiunta all’opzione di volo allo scalo alternato e o alternati sono il risultato di una trattativa tra azienda e tecnici? Il calcolo medio/anno del carburante imbarcato e le ricadute in busta paga rappresentano una realtà sulla quale piloti, sindacati e autorità nazionali hanno “concordato”? Rappresentano uno scenario di confronto quotidiano, realizzato e/oancora da ratificare e/o magari, rappresenterebbero un primo momento di “confronto” dopo l’inevitabile riconoscimento “sindacale”?
data inserimento: Mercoledì 13 Dicembre 2017