Iniziativa presentata dall'onorevole Andrea Vallascas (M5S). Cosa accade nel sistema trasporto aereo del Belpaese? Una evoluzione che determina l'ingresso di "quote" estere nelle aerolinee e compagnie di bandiera e che potrebbe "privatizzare e liberalizzare anche ENAV? Ma è un processo preordinato o il risultato di una situazione fuori controllo. Dal sito ENAV si legge: "Enav è la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, garantendo a circa 1,8 milioni di voli l’anno sicurezza e puntualità 24 ore su 24, dalle Torri di controllo di 45 aeroporti e dai 4 Centri di Controllo d’Area. Con circa 4200 dipendenti, l’Azienda fornisce i servizi alla navigazione aerea ai propri clienti, le compagnie aeree che volano in Italia. Considerata da tempo tra i "big five" europei per performance operative e innovazione, Enav è una componente fondamentale del sistema dell’Air Traffic Management internazionale. Partecipa alle attività di ricerca e sviluppo in coordinamento con gli organismi di controllo nazionali e internazionali del settore ed è uno dei principali attori nella realizzazione del Single European Sky, il programma per armonizzare la gestione del traffico aereo in tutta l’Unione europea con l’obbiettivo di rafforzare la sicurezza e l’efficienza del trasporto aereo continentale".
L'interrogazione proposta inquadra e valuta una realtà di "cessione" per fare cassa e che potrebbe determinare una svolta anche in ENAV?
"Al ministro dell'Economia e delle finanze, al ministro dello Sviluppo economico
Per sapere, premesso che:
il quotidiano 'La Verità', nell'edizione del 7 novembre 2017, riportava alcune notizie in merito ad un'ipotetica operazione di privatizzazione che sarebbe in procinto di essere avviata dal ministero dell'Economia e delle finanze con l'obiettivo di 'incamerare due miliardi di Euro';
secondo le notizie riportate dall'articolista 'fonti del ministero dell'Economia hanno fatto sapere di essere pronti entro dicembre a vendere il 4,3 per cento di Eni e tutte le quote detenute in Enav, la società che gestisce il traffico aereo';
l'ammontare complessivo dell'operazione, secondo quanto riferito, si aggirerebbe appunto attorno ai due miliardi di Euro, a cui si aggiungerebbe 'il primo pacchetto di quote Enav già messo in vendita e circa 900 milioni di Euro previsti dalla cessione di immobili in mano a ministeri o enti locali. In tutto, ci si avvicinerebbe a 3,4 miliardi di Euro';
per attuare il processo di privatizzazione, il Governo avrebbe individuato quale acquirente Cassa depositi e prestiti, in questo modo, riferisce il giornale, 'L'operazione consente di ottenere soldi freschi in brevissimo tempo senza che i supervisori dell'Ue intervengano. Perché Cdp, pur essendo a controllo pubblico, è considerata fuori dal perimetro della Pubblica amministrazione. Il che per estensione rende agli occhi di chi ci governa la vendita un'operazione di mercato';
il caso di osservare che, da quanto rivelato dall'articolista, emergerebbe un'operazione che non risulterebbe una mera operazione di mercato, se non altro per la natura pubblicistica dei soggetti interessati e, soprattutto, delle risorse utilizzate, visto che Cassa depositi e prestiti avrebbe la gestione di ingenti risorse, dell'ammontare di oltre 250 miliardi di Euro, frutto dei risparmi raccolti da Poste Italiane;
l'operazione di privatizzazione citata solleverebbe una molteplicità di interrogativi e perplessità proprio perché basata su un capitale di rischio rappresentato in larga misura dalle risorse accumulate da piccoli risparmiatori;
ne conseguirebbe che 'per far quadrare i conti della legge di bilancio' si metterebbero a rischio i risparmi degli italiani;
è il caso di ricordare che non sarebbe la prima volta che l'Esecutivo coinvolge Poste Italiane, ovvero le risorse di Poste Italiane gestite da Cassa depositi e prestiti, in operazioni che sarebbero volte a raccogliere liquidità;
lo stesso articolista riferisce che 'Nel 2016 il governo aveva già conferito il 35 per cento di Poste in Cdp il rimanente 29 per cento è stato quotato a Piazza Affari) a fronte di una contropartita da 2,9 miliardi. Adesso gira alla Cassa le quote di Eni e quella di Enav';
questa circostanza farebbe sì che i rischi di un'eventuale futura valorizzazione delle partecipazioni sarebbero in capo Cassa depositi e prestiti ed, in particolare modo, ai risparmiatori:
se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per evitare che i risparmi raccolti da Poste Italiane vengano utilizzati in operazioni di privatizzazione, come quella illustrata in premessa, che destano numerose perplessità per le alte componenti di rischio;
se non intenda verificare, per quanto di competenza, se l'operazione descritta in premessa sia in linea con i compiti e le finalità di Cassa depositi e prestiti".
data inserimento: Mercoledì 22 Novembre 2017