Talora anche ogni 50 o 100 km di distanza con costi di gestione e incentivi al volo insostenibili. Non è una novità, gli aeroporti del Belpaese erano e sono tanti, probabilmente, troppi e il Piano Nazionale Aeroporti avrebbe dovuto risolvere il "sovraffollamento" alla radice: identificando quelli principali (risultati 24), i 18 di servizio e quelli di interesse locale. Il principio fondatore del Piano Nazionale Aeroporti avrebbe dovuto essere quello dell'ampiezza del bacino di utenza e traffico passeggeri, all'incirca di 200km per ogni scalo e/o due ore di auto.
Nel corso del convegno tenutasi il 13 giugno ad Alghero, “Trasporto aereo e sviluppo del turismo. Politiche nazionali e prospettive”, nelle sale dell’Hotel Catalunya un autorevole partecipante, il Presidente ENAC Vito Riggio avrebbe - sostengono i media nei resoconti - sostenuto che due aeroporti a distanza di 100 km sono troppi. I due scali sottointesi - oggetto dell'analisi - sarebbero quelli di Alghero e Olbia, oggetto di una disputa riguardante le prospettive dello scalo sulla costa ovest della Sardegna, dopo il disimpegno della Ryanair e il contenzioso sugli accordi di co-marketing e le possibili gare d'appalto tra aerolinee e il ruolo di Alitalia.
L'aeroporto Riviera del Corallo e quello della Costa Smeralda non rappresentano, come è noto, un caso isolato. Nella Pianura Padana il bacino di utenza NordOvest e NordEst, lo evince lo stesso Piano Nazionale Aeroporti che ha individuato ben 10 bacini di traffico ritenuti omogenei, " determinati in base al criterio di una distanza massima di 2 ore di percorso in auto da un aeroporto di particolare rilevanza strategica": e precisamente 1) Nord-Ovest, 2) Nord-Est, 3) Centro-Nord, 4) Centro Italia, 5) Campania 6) Mediterraneo-Adriatico, 7) Calabria, 8) Sicilia Occidentale 9) Sicilia Orientale, 10) Sardegna.
La realtà quindi è che nel NordOvest piuttosto che sette scali (Milano Malpensa Milano Linate, Torino, Bergamo, Genova, Brescia, Cuneo), probailmente ne basterebbe uno solo. Stesso discorso per il NordEst, dove agli aeroporti di Venezia-Tessera, Verona-Catullo, Treviso-Canova e Trieste- Ronchi dei L, uno solo garantirebbe livelli di efficienza e funzionalità adeguata per ben tre regioni del Nord Est del Belpaese.
In analogia, Aerohabitat lo ha spesso sostenuto, nel bacino CentroNord agli scali di Bologna, Pisa, Firenze, Rimini, Parma, Ancona, ancora una volta la riflessione dell'esperto e tecnico di infrastrutture aeroportuali non avrebbe alternative. Uno ne basta.
La novità è che lo abbia sostenuto il Presidente dell'ENAC - cosi hanno riferito i media - può rappresentare, alla fine una svolta nelle politiche del trasporto aereo italiano?
La polemica sorta in seguito al convegno di Alghero ha, tuttavia, rinvigorito i sostenitori di questo scalo in concorrenza con quello di Olbia, riproponendo uno storico campanilismo territoriale e riaffermando l'esigenza di una pista di volo di prossimità alla propria residenza.
Le direttive UE in materia sono chiare e univoche, non lascerebbero spazio a politiche dei trasporti e localizzazione delle infrastrutture aeroportuali alternative.
La stessa stesura del PNA (Piano Nazionale Aeroporti), tuttavia, avrebbe "forzato" l'interpretazione con decisioni che se erano oggetto di critica da parte di alcuni commentatori, dopo il 13 giugno sembrerebbe annoverare anche il massimo esponente di ENAC.
data inserimento: Venerdì 17 Giugno 2016