E' forse indispensabile uno stazionamento di hovercraft nel Sile? Se da un lato ANSV con la Raccomandazione n.: ANSV-12/1836-10/4/A/12 raccomandava di " disporre con urgenza una revisione dei PEA (Piano Emergenza Aeroportuale) di tutti gli aeroporti italiani al fine di verificare la correttezza dei richiami alle fonti normative ivi contenute oltre che di accertare che i suddetti PEA siano effettivamente in linea con le fonti normative vigenti", l'ENAC replicava come siano "in fase di approvazione sia il nuovo emendamento del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti [RCEA] sia la Circolare attuativa APT 18B «Piano di Emergenza Aeroportuale – Incidente Aereo», cosa accade per il Piano Emergenza Aeroportuale Esterno (PEE)?
Per quanto riguarda, ad esempio, lo scalo Canova di Treviso, il Piano Emergenza Aeroportuale Esterno (PEE) assume una fisionomia complicata e raddoppiata: deve concepire una pianificazione di doppio intervento. Uno relativo ad uno schianto di aeromobile a terra e, ecco la peculiarità, per una ammarraggio e/o aeromobile in acqua nei fondali del fiume Sile: appena esterno alla recinzione in atterraggio sulla pista 07.
Lo scenario del rischio incidenti aerei, statisticamente prevalente in prossimità delle piste di volo, utilizza un modello composto dai tre sottomodelli: - modello probabilistico degli incidenti, - modello di localizzazione degli incidenti, - modello per le conseguenze degli incidenti. Il criterio probabilistico degli incidenti in atterraggio e decollo rimanda ad una tipologia d’incidente (landing undershoot, landing or take off overrun, veer-off) - a localizzazione-distanza longitudinale nel centerline e trasversale dalla pista - lungo le direzioni di atterraggio e decollo per ogni direzione di pista: con criteri di calcolo isorischio caratterizzate dai valori di 1x10-4 ,1x10-5, 1x10-6.
I circa 150 ettari del sedime aeroportuale del Canova, sono affossati tra il centro abitato di Treviso e quello di Quinto di Treviso, lungo la SR 515, perciò confinato tra la Strada Regionale Noalese 515 ed il fiume Sile.
Il prolungamento della pista dal lato dell'avvicinamento strumentale ILS - prevalente criterio di atterraggio a Treviso - determina innanzi tutto l'analisi del rischio per atterraggi 07 prima della pista, overrun laterali e decolli con stop take off (dalla pista 25) e fuoripista: perciò con scenari di impatto, ammarraggio e/o inabissamento nelle acque del fiume Sile.
Spazi di intervento esterni al recinto - sedime aeroportuale che dovrebbero aver pianificato interventi specifici, mezzi di soccorso e recupero del mezzo aereo e degli occupanti, probabilmente, anche con mezzi anfibi adeguati alla profondità del acque del Sile: hovercraft.
Se l'adeguamento del presidio vigili del fuoco VVF, per assicurare una posizione privilegiata ai soccorritori
rispetto al sedime aeroportuale, ottimizzando tempi e percorsi di intervento in caso di emergenza, quali prospettive di intervento esterno sono state pianificate?
Solitamente il coordinamento e l’impiego delle unità di soccorso "a mare" è quindi assicurato all’organizzazione preposta al S.a.R. marittimo che, immediatamente allertata dagli enti aeronautici, opera in stretto raccordo con l’ENAC, ma nella circostanza di inabissamento di un aeromobile nel fiume Sile la pianificazione, le esercitazioni periodiche sono state regolarmente predisposte e verificate?
La corretta attivazione di Piano di Emergenza Aeroportuale (PEA) interne al sedime redatto da ENAC, di Piano Emergenza esterno (PEE) sulla terraferma e nel fiume Sile, la loro puntuale verifica per mezzo di esercitazione (meglio se non annunciate) delle procedura di emergenza, simulando (?) un vero e proprio incidente aereo, alla ricerca di un perfezionamento delle modalità operative di intervento e dell’ottimizzazione delle procedure di sicurezza, rappresenta una garanzia a tutela degli occupanti degli aeromobili quanto dei cittadini residenti nell'intorno alla pista 07-25.
La circolare APT 18 ENAC, "Piano di emergenza aeroportuale – incidente aereo" il riferimento al "soccorso a mare" non sembrerebbe del tutto adeguato al caso Canova-Treviso fiume Sile: non è identificabile tra gli aeroporti "costieri".
Si legge, infatti, "particolare cura si raccomanda affinché non si riscontrino elementi contrastanti fra Piano aeroportuale e Piano provinciale di soccorso predisposto dalla Protezione Civile e, nei casi specifici, con quello per il soccorso in mare per gli aeroporti costieri, ed affinché siano assicurate le necessarie disposizioni di raccordo con attività o iniziative eventualmente adottate in materia di “security”.
data inserimento: Giovedì 03 Dicembre 2015