Dopo Verona, Alghero, Treviso è ora il turno del'altro scalo della Sardegna.
Ancora una volta uno scenario correlato all'ubicazione dei serbatoi - deposito del carburante avio stoccato entro il sedime e all'ipotesi di incendio (vedi caso Miami - Florida - USA), ovvero sul le misure precauzionali predisposte dagli esercenti aeroportuali.
Ancora una volta Aerohabitat pone interrogativi preliminari. Concernenti le autorizzazioni rilasciate, le eventuali deroghe alle normative di safety e, sopratutto, l'eventuale predisposizione e/o assenza di Piano di emergenza e Piano di Rischio correlato all'ipotesi incendio/scoppio dei suddetti depositi.
Sono stati attivati? Da quando?
In attesa di eventuali risposte e/o, comunque, di misure adeguatamente precisate e/o integrate per focalizzare le procedure e misure, gli interventi, per la rilocalizzazione e gestione delle emergenze. Ma dove sono i depositi di Alghero? Quale quantità di carburante sono stoccati e/o movimenti nell'arco delle ventiquattrore e sette giorni?
Gli interrogativi sono comunque tre. Sempre gli stessi..
Il primo concerne la loro localizzazione, se in prossimità dell'aerostazione o altri edifici sensibili nella zona airside o landside del sedime.
Il secondo rimanda al Piano di Rischio per incidente aereo ed alle disposizioni ENAC (vedi Circolare ENAC APT 33) e le stringenti disposizioni che sono riportate. Riguardano il Piano di Rischio esterno al sedime ma sono ineluttabilmente chiare:
Si precisa che nella redazione dei piani di rischio oltre a seguire le indicazioni contenute al paragrafo 6 del capitolo 9 del Regolamento, "massima attenzione va posta sulle attività sensibili quali:
- insediamenti ad elevato affollamento (centri commerciali, alberghi, stadi, …);
- nuove edificazioni che se coinvolte in un eventuale incidente possono creare pericolo di incendio o comunque di amplificazione del danno sia all’ambiente che all’aeromobile stesso, quali ad esempio distributori di carburante, depositi di liquidi infiammabili, industrie chimiche e consistenti insediamenti ubicati lungo le direzioni di atterraggio e decollo ed in prossimità dell’aeroporto in aree ancora sostanzialmente libere.
ENAC nello stesso APT 33 sostiene inoltre: "l’Enac si riserva la facoltà di verificare la presenza di opere, impianti ed attività che possono costituire pericolo per la navigazione aerea ai sensi dell’articolo 711 del Codice della Navigazione ai fini della loro eliminazione.
Rientrano tra tali pericoli ad esempio distributori di carburante e depositi di liquidi e gas infiammabili e/o esplosivi, in particolare se ubicati in zona A e B2.
Ed ecco il punto chiave.
Se l'insediamento ed ubicazione critica di "distributori di carburante e depositi di liquidi e gas infiammabili e/o esplosivi" costituiscono un minaccia all'esterno del recinto aeroportuale, non è altrettanto pericoloso quanto il deposito di carburante è al suo interno? Magari presso una aerostazione, il parcheggio degli aeromobili ed edifici abitati e/o con presenza prolungata di staff aeroportuale?
Qualora l'ENAC accerti l'esistenza di tale pericolo, e l'ENAC non può sicuramente ignorarne l'esistenza, non dovrebbe intervenire? Con piani di rimozione e/o mitigazione del rischio?
Infine appare inevitabile porsi il terzo interrogativo: il Piano di Emergenza aeroportuale,
La gestione dell’emergenza è esclusivamente correlata all'incidente aereo o è esteso anche ad una ipotesi di scenario di incendio e/o esplosione del deposito di carburante degli aeromobili?
Quale è la situazione all'aeroporto di Cagliari?
La foto che alleghiamo corrisponde alla localizzazione del serbatoio? Quale quantità di carburante Turbofuel Jet A1 potrebbe contenere? Se ENAC ha predisposto un programma di messa in sicurezza di questo ed altri depositi, occorre domandarsi quali possano essere i tempi di esecuzione?
data inserimento: Mercoledì 25 Gennaio 2012