E' solo il primo di una serie o è invece una circostanza anomala, isolata? Altrove - in altre Paesi - il traffico aereo della Provincia e della città di Parma sarebbe stato integrato nel bacino dei passeggeri degli aeroporti limitrofi. Che sono tanti. In un raggio di poco più di 100 km, infatti, sono localizzati gli scali di Montichiari, Bergamo Orio al Serio, Linate, Malpensa, Verona Villafranca, Treviso San Angelo, Venezia Tessera, Rimini e Forlì.
Il Piano Nazionale Aeroporti italiano tuttavia aveva identificato l'aeroporto Giuseppe Verdi di Parma nel bacino di traffico Centro-Nord con gli aeroporti " ritenuti" strategici di Bologna, Pisa/Firenze, mentre Parma con Rimini e Parma considerati di "interesse nazionale".
Le premesse geo-economiche di uno scalo parmense con flussi di traffico passeggeri/cargo ed entrate avio e non avio adeguati all'esistenza e potenziamento dell'infrastruttura avrebbe dovuto apparire, non solo agli inesperti, ma anche agli illustri professionisti dell'economia dei trasporti, come ai responsabili dello stesso Piano Nazionale Aeroporti un'ardua scommessa.
Una prospettiva che, probabilmente, andrebbe associata anche alle prospettive imprenditoriali e manageriali di numerosi scali del Belpaese: alla precarietà dei bilanci storici e relativi al piano al 2030-30. Ma sono considerazioni che saranno analizzate in seguito.
A Parma comunque il prossimo 11 giugno sarà avviata la procedura di liquidazione dello scalo con la perdita della concessione ventennale rilasciata da ENAC e l'esclusione dal Piano Nazionale Aeroporti.
Il prossimo mercoledì, infatti, Guido Dalla Rosa Prati, presidente di Sogeap, nel corso di una conferenza stampa illustrerà la situazione.
Nessun soggetto e/o operatore ha partecipato all'aumento di capitale iniziale di 2,5 milioni di euro entro il 31 maggio. L'assemblea di soci dell'11 giugno dovrebbe quindi nominare un liquidatore.
Il Verdi è un aeroporto comunque internazionale anche se il traffico si è attestato a 200mila passeggeri all'anno con un destino di una pista per attività di volo 'Aeroclub e privati: uno scenario impraticabile o la sola opzione per una pista localizzata in un'area geografica già ben attrezzata con infrastrutture aeroportuali e collegamenti aerei nazionali e internazionali?
Quale costo abbisogna un aeroporto competitivo e concorrenziale? Se sono indispensabili almeno 3/4 milioni di euro/anno per esercire la sola infrastruttura, i costi di esercizio, quali altri finanziamenti (co-marketing) servono per garantire solo alcuni collegamenti/frequenze nazionali e internazionali minimi? Quale azienda/società esterna allo scalo è in grado di sovvenzionare uno scalo come quello di Parma?
Quali altri aeroporti classificati come di "interesse nazionale" dal Piano nazionale Aeroporti, forse nient'altro che doppioni, risultato di politiche di campanilismo cittadino, provinciale e/o regionale mai superato sono nella stessa situazione "patrimoniale" e di bilancio?
data inserimento: Venerdì 05 Giugno 2015