Dopo M5S anche il Ministro Carlo Calenda: quanto costano le low cost? Quali esiti? La questione dei contributi di co-marketing ottenuti da Ryanair nel corso degli ultimi 20-25 hanno, in qualche modo, causato, alimentato e riproposto ciclicamente la crisi Alitalia? Nel corso degli ultimi 20-25 anni, tuttavia, anche Alitalia ha inghiottito finanziamenti, ricapitalizzazioni e prestiti a carico del contribuente con inevitabile doppio aggravio per il sistema Paese.
A quanto ammontano quindi i contributi “pubblici e parapubblici” sottoscritti con accordi con le low cost in genere? Note stampa, a questo proposito, riferiscono come Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda avrebbe sollecitato gli stessi commissari di Alitalia di verificare l’ammontare sborsato dalle Regioni e istituti locali. E’una richiesta che meraviglia e che ripropone la spinosa questione, rilevando, innanzi tutto, che non siano disponibili dati in tal senso. Possibile che una qualche autorità centrale e/o locale del trasporto aereo italiano non abbia raccolto dati in proposito? Lo scenario ipotizzato da M5S di circa 1 miliardo di euro in soli 10 anni, tra Ryanair e altre low cost, avrebbe destabilizzato non soltanto Alitalia ma lo stesso mercato concorrenziale competitivo negli scali aerei del Belpaese?
Una varietà estesa di enti locali, Regioni, Province e Comuni, avrebbero consentito a numerosi scali di moltiplicare i passeggeri trasportati, raggiungendo milioni (3-5-10) di passeggeri/anno ada un lato e assicurando, comunque, collegamenti ad aeroporti periferici senza adeguati volumi di traffico. Tali da rendere attraente il volo alle low cost.
Luigi Gubitosi, uno dei tre commissari di Alitalia ha proposito, ha, tra l’altro, dichiarato:
"Abbiamo una causa in via di sentenza molto importante presso la Corte di Cassazione sulla trasparenza, l'accesso agli atti di alcuni aeroporti e Ryanair. La stima che noi abbiamo è tra i 100 e i 150 milioni di sussidi o contributi al marketing. Sono stime nostre. Questo è il tema del contendere. Ad esempio, per la Sardegna ci sono bandi trasparenti e pubblici cui partecipiamo noi e altri concorrenti e, in questi casi, vinca il migliore. Ma, se si ritiene di dare questi contributi ci dovrebbe essere trasparenza e parità di accesso".
I voli dalle regioni Veneto, Emilia, Sicilia, Lombardia, Puglia, Sicilia, Sardegna, Marche, FVG, Piemonte e le restanti non dispongono forse dei documenti sottoscritti da accordi di co-marketing, una sostanziosa e non troppo originale promozione dello specifico territorio, con le low coste con Ryanair nello specifico?
Per il solo scalo di Bologna un dossier M5S dei mesi scorsi, sostiene un finanziamento ai voli di circa 200 milioni di euro in solo 10anni, circa 20 milioni/anno. Lo scalo di Rimini avrebbe “sostenuto” il suo territorio con voli per un costo di 55 milioni in 5 anni (2009-2013).
In attesa di un resoconto complessivo dei sostegni ai voli delle low cost diventa inevitabile poter elencare il numero dei collegamenti e delle frequenze attivate dai tanti aeroporti italiani. Centinaia se non migliaia, in una sorta di disarticolata e concorrenziale e caotica lotta tra scali aerei, magari localizzati nei medesimi bacini di traffico aereo. Una sorta di risposta disordinata e confusa alle disposizioni del cosiddetto Piano Nazionale Aeroporti.
data inserimento: Martedì 19 Dicembre 2017