Tra hub di Fiumicino e un hub diffuso lombardo la crisi Alitalia è davvero irreversibile! A cosa è riconducibile la situazione allarmante dell'Alitalia? E' solo il risultato di una politica industriale/aziendale scarsamente innervata nel trasporto aereo domestico ed europeo? E' invece derivato da un modello di business del vettore "nazionale", ex compagnia di bandiera, perciò a dimensione nazionale con una contraddittoria vocazione intercontinentale, senza una flotta long range commisurata?
E' il l'esito dell'impossibile concorrenza con le aerolinee low cost? Operare in monopolio (o con supporti e privilegi vari) e competere sono due mercati impraticabili per il management avio del Belpaese?
Le dinamiche competitive (tariffarie, di costi, di network, di flotta) registrano mutazioni radicali nel contesto di questa crisi economica? Quanto deficit e inadeguatezza è attribuibile alla localizzazione territoriale dell'ex compagnia di bandiera. Quanto incidono i costi indotti da rete di voli, di destinazioni, di frequenze, inadeguate a fronteggiare le politiche campanilistiche e demagogiche delle low cost foraggiate dagli enti locali.
La situazione di collasso che stanno portando il sistema dell'aviazione civile/commerciale del Belpaese sono indubbiamente molteplici, ma quanto pesa la rete di network focalizzata su Fiumicino? Quali volumi di traffico sono canalizzati dalle aerolinee concorrenziali nei loro hub continentali?
E' una politica industriale imposta dalla realtà competitiva o agevolata dagli stessi manager aziendali?
La rinuncia Alitalia ad operare all'hub di Malpensa non ha accentuato la crisi? In fondo lo svuotamento di Malpensa ha coinciso con il rapido recupero di Linate e l'esplosione dei volumi di traffico su Bergamo, Treviso, Venezia non ha determinato una operatività estesa. Ha favorito una sorta di hub padano diffuso, oltremodo nocivo per la rete Alitalia? Quale sarà la flotta migliore per competere? Con quale mix tra corto/medio e lungo raggio? Chi dispone adeguati capitali per acquisire nuovi modelli aeromobili e/o nuovi leasing? Gli alleati, in nuovi azionisti e finanziatori dell'Alitalia potranno invariabilmente risultare cinesi, arabi, russi e francesi ma per pianificare una compagnia competitiva e protagonista sarà indispensabile conformarsi a standard aeronautici di mercato e operativi ed efficienti. I parametri numero di aerei, impiego giornaliero, numero di equipaggi per aeromobile, di staff terrestre dovranno misurarsi con i vettori low cost.
Quanta attività dovrà essere esternalizzata?
E' inevitabile che il balletto sul personale attualmente occupato e quello necessario al rilancio di un vettore dovrà essere configurato sui vettori competitivi e integrato su bacini di traffico, su coppie di scali conseguenti e proficui. Chi avrà il coraggio, il supporto politico governativo, le competenze necessarie per presentare un piano industriale adeguato e, quindi, realizzarlo?
data inserimento: Martedì 05 Novembre 2013