Ancora criticità nell'identificazione degli scali ritenuti strategici! Immaginando lo scenario di un Belpaese ideale senza campanilismi e provincialismi che assegnano una università, una stazione ferroviaria di alta velocità, un ospedale, un aeroporto ad ogni piccola e magari remota provincia, perciò nessuna valutazione e/o commisurazione tra servizi ed infrastrutture e relativo al bacino di utenza indispensabile alla sua indipendenza, autonomia e sopravvivenza, saremmo sicuramente anni luce distanti dal Pianeta Italia.
Per quanto concerne le infrastrutture aeroportuali anche il Piano Nazionale Aeroporti non sembrerebbe aver valutato e verificato l'equazione sostenibilità e compatibilità e vincoli aeronautici standard delle piste con l'equivalente bacino di traffico di 200km di raggio. L'elaborazione presentata dal Ministro Lupi relativa al bacino di utenza del traffico identificato come Mediterraneo/Adriatico l'aeroporto strategico sarebbe quello di Bari mentre le piste di Brindisi e di Taranto sarebbero di interesse nazionale. I restanti scali invece sarebbero inquadrati tra quelli regionali e minori.
Ma quale traffico hanno movimentato nel 2013 questi tre scali?
Secondo il database ENAC Bari quasi 3,6 milioni di passeggeri, Brindisi circa 2 milioni e Taranto 345 singoli utenti. Un ulteriore scalo pugliese, quello di Gino Lisa di Foggia ha visto transitare - nel 2013 - invece 5600 persone. Ma come spesso accade in Italia lobby minori e variegate tuttavia sostengono anche scali del tutto marginali.
Da un lato la città di Foggia e la Capitanata sollecitano risposte inequivocabili relative alla piena funzionalità dell’aeroporto “Gino Lisa”. Il comitato “Vola Gino Lisa” , sostenuto da politici ed enti locali manifesta per dare un ruolo allo scalo. Da altra posizione geografica non manca il sostegno a Taranto.
L'obiettivo di una corretta e trasparente pianificazione funzionale degli scali aerei localizzati, e non secondo criteri di geopolitica non sembra quindi rinunciare, comunque, all'ennesimo campanilismo: quello regionale.
Purtroppo l'ubicazione territoriale, l'adozione degli standard aeronautici minimi, la compatibilità e sostenibilità ambientale e le dimensioni e tipologia di traffico, non sembrerebbero parametri essenziali per configurare un razionale piano nazionale aeroporti.
data inserimento: Mercoledì 22 Ottobre 2014