Allargare l'ambito dell'analisi per generare risparmi e razionalizzazione. Domani 12 giugno tornerà a riunirsi il Comitato interministeriale per la revisione della spesa - della spending review interna - nei ministeri della Repubblica.
Bene, ma chi interviene sulle spese sostenute dalle Regioni e dalle aziende consorziate e partecipate?
A quanto ammonta il costo delle sole spese per le iniziative - cosiddette -di co marketing a sostegno dei voli dei troppi aeroporti partecipati dalle Regioni del Belpaese?
Quando si inneggia al successo del traffico aereo di un aeroporto, spesso minore e periferico, di una Regione, quando si stima di raggiungere traguardi di un milione di passeggeri/anno, di 4/5 milioni, o il lancio di una pista appena dimessa dai militari, in fondo non si parla d'altro che di una specie di aiuti di stato e/o regionali per finanziare i voli.
Ergo il successo di uno scalo non potrebbe risultare, quasi esclusivamente, generato da sponsor pubblici?
A quanti miliardi/anno ammonta la spesa complessiva del co-marketing indotto dai chiassosi target di traffico perseguiti dagli scali aerei del BelPaese?
Se una Regione - con una quota non rilevante di traffico - si vanta di deliberare una spesa di circa 20milioni/anno per l'attività di co - marketing di supporto ad una sola aerolinea, a quanto ammonta la spesa globale.
Sono ancora costi che il Belpaese deve sostenere?
Se da un lato si registra un boom di passeggeri movimentati, magari anche utili di bilancio nelle società aeroportuali, è nell'extra costo del co-marketing - esterno agli esercenti aeroportuali - che si nasconde il costo sociale.
Spese che potrebbero essere destinate altrove, forse al sostegno delle attività industriali e produttive, perché vengono sprecate in iniziative che inibiscono la managerialità imprenditoriale e la più opportuna e coerente libera impresa? Possibile che nessuno intervenga?
data inserimento: Domenica 10 Giugno 2012