Dopo lo Sheraton ecco il MoxyMilano al Terminal 2! Lunedì 1 settembre è stato inaugurato il secondo hotel localizzato nel sedime aeroportuale dello scalo di Milano Malpensa. Sono le 162 camere del Moxy - stavolta annesso al Terminal 2 - che si aggiungono alle 433 camere dello Sheraton inaugurato nel gennaio 2011 e prospiciente il Terminal 1 dello scalo della Brughiera.
Perché parlarne? Non solo per argomentare sulla nuova offerta alberghiera Moxy Milano, della catena del Marriott che propone una sorta di proposta low cost. Concorrenziale con lo Sheraton e sopratutto con i restanti alberghi costruiti ed insediati all'esterno del sedime aeroportuale: nei comuni aeroportuali dell'intorno e che scontano una crisi senza precedenti. Per il de-hubbing - riduzione dei voli e dei volumi di traffico passeggeri - degli ultimi anni e per la maggior distanza dai gate di partenza dei voli. Certo l'offerta del Moxy è estremamente vantaggiosa: con costi/notte che al momento sono di 55 euro con TV e WF gratuito e potrebbe accentuare la crisi del sistema alberghiero localizzato all'esterno del sedime aeroportuale ma quello che Aerohabitat rileva è la relazione tra i due hotel più vicini alle piste di volo ed il Piano di rischio per incidente aereo adottato da ENAC. Se, infatti, i lavori per la costruzione dello Sheraton Malpensa Airport Hotel erano stati avviati quanto non era stata (probabilmente?) ancora completata la revisione del Codice di Navigazione che aggiornava gli att. 707 e 715, l'autorizzazione del Moxy è risultata successiva.
Ma la domanda da porsi è la seguente: lo Sheraton Malpensa Airport Hotel, che ha ritardato comunque la sua apertura di 12 mesi ed il cui costo sarebbe stato di circa 60 milioni di euro avrebbe potuto essere autorizzato e costruito se l’edificio principale con accesso diretto al Terminal 1 non fosse stato interno al sedime dello scalo? La distanza dalla pista 35 Sinistra sarebbe stata compatibile con le restrizioni previste in zona D?
La stessa questione vale quindi per la localizzazione del Moxy: la distanza dalla pista 35 destra, qualora fosse risultata esterna al recinto del sedime sarebbe risultata compatibile con le zone A e/o C e D del Piano di rischio? A riguardo è utile ricordare le limitazioni coerenti con il Piano di rischio per incidente aereo adottato da ENAC e precisamente:
"Fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia.
§ Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
§ Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
§ Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
§ Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc." .
data inserimento: Martedì 02 Settembre 2014