Manca tuttavia un qualche riferimento alla sostenibilità ambientale dell'infrastruttura! L'operazione di privatizzazione dello scalo pisano è ora anche oggetto di un esposto della associazione difesa utenti e consumatori Adusbef di Elio Iannutti.
Secondo alcune anticipazioni stampa dovranno essere verificate anche ipotesi di reati quali peculato, corruzione, concussione o abuso d'ufficio associate alle operazioni in corso relative all'offerta pubblica di acquisto della SAT (società esercente) da parte del magnate argentino Eduardo Eurnekian.
Nei prossimi giorni, probabilmente, Aerohabitat potrà divulgare uno stralcio del testo dell'esposto inoltrato alla Procura di Pisa ed alla Corte dei Conti e saranno analizzati termini che, tuttavia, riguarderebbero esclusivamente la cessione azionaria.
Ancora in secondo piano, quasi rappresentasse una questione poco significativa, è la questione dei margini di potenziamento di uno scalo aereo oggetto di acquisizione.
L'opposizione alla vendita si è manifestata anche allo stadio di calcio con uno striscione della Curva Nord. Contro una OPA ritenuta ostile si è schierato anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi.
La privatizzazione è quindi oggetto del desiderio ma non altrettanto in discussione sembrerebbero le compatibilità infrastrutturali di una (due?) pista a ridosso della città in una situazione che implica innegabilmente piano di potenziamento delle attività di volo e dei collegamenti aerei e che abbisognano di verifiche nei vincoli aeronautici (RESA, Strip Area, Piano di Rischio e altro), magari anche di fronte ad operazioni di volo intercontinentali che, probabilmente, non sono stati adeguatamente analizzati.
La SAT, la società che gestisce l’Aeroporto “Galileo Galilei” di Pisa, probabilmente è diventata oggetto di OPA per le prospettive di incremento dei voli, di aumento del volume dei passeggeri e, quindi, di cospicue prospettive di entrate e di ricavi per gli investitori.
Quale reale interesse potrebbe avere, infatti, una società esercente di una infrastruttura aeroportuale che, causa vincoli aeronautici e ambientali, avesse dei limiti oggettivi di espansione del traffico aereo?
Chi ha realmente posto "limiti di sviluppo" dello scalo funzionale con, ad esempio, il piano di rischio per incidente aereo e con il rischio terzi?
Il Consiglio Regionale Toscano da una parte, il Piano Nazionale Aeroporti che ha identificato il Piano Strategico dello scalo di Pisa al 2030 dall'altro, hanno adeguatamente valutato e verificato i limiti allo sviluppo e la convivenza con la città, l'ambiente ed i cittadini residenti?
Prima di valutare, analizzare, presentare esposti, probabilmente, occorrerebbe, risolvere il dato preliminare: quale ulteriori prospettive di potenziamento hanno le piste (pista?) del Galileo Galilei?
data inserimento: Martedì 27 Maggio 2014