Ancora in attesa di procedure e tecniche per gestire il fenomeno vortex strike. E' almeno dal 1999 che l'opinione pubblica esterna all'intorno aeroportuale ha avuto percezione e conoscenza di aerei in sorvolo - in atterraggio e/o decollo - e di tegole e tetti, anch'essi volanti, ma a causa dei vortici delle estremità alari arrivati fino a terra.
I fatti e le circostanze all'epoca erano associate all'aeroporto di Malpensa e all'incremento dei voli su quello che avrebbe dovuto essere lo scalo hub della flotta Alitalia, alle analisi, alle polemiche e contrapposizioni che hanno caratterizzato uno periodo storico dell'aviazione civile-commerciale italiana ormai sepolto.
Due caseggiati-villette coinvolti localizzati a Lonate Pozzolo, uno dei paesi adiacenti a Malpensa: e uno scenario classico di tegole risucchiate e tetti scoperchiati con intervento della Magistratura con accuse infamanti. Con l'attribuzione di atti dolosi degli stessi cittadini. Talvolta con inchieste aperte e accuse rivolte agli stessi proprietari delle villette. In seguito le accuse sono state archiviate e coerentemente attribuite a cause "aerodinamiche".
Un fenomeno ignorato e trascurato dall'opinione pubblica e - almeno all'epoca - anche dai gestori aeroportuali e dagli enti di controllo, nonostante risultasse da tempo noto: un fenomeno aerodinamico generato dagli aeromobili in basso passaggio - sul sentiero di avvicinamento e atterraggio della procedura strumentale (ILS) alla pista - poteva, in determinate condizioni atmosferiche, causare correnti/vortici ascensionali con indebolimento e risucchio delle tegole/coppi/tetti.
Nessuna novità quindi. Al punto che numerosi scali europei (probabilmente la generalità) avevano e hanno da decenni predisposto procedure e tecniche per rinforzare, preliminarmente, non solo i tetti ma anche le murature (antivibrazioni) dei caseggiati localizzati nell'intorno dei maggiori aeroporti. Attivando anche vere e proprie task force, squadre di pronto intervento che nell'arco diurno e notturno potevano e possono rimediare agli eventi "vortex strike" e fronteggiare eventuali danni materiali e ripercussioni sulle persone coinvolte.
Oggi nel 2016, tuttavia, non si hanno notizie aeroporti italiani che hanno allestito e reso operativo tali procedure e iniziative.
Anche in quest'inizio 2016 i media hanno riportato eventi vortex-strike. L'aeroporto di Torino Caselle e di Treviso Canova sono quelli maggiormente evidenziati, anche se la statistica-casistica (esiste?) non appare del tutto rispondente alla realtà. Quale monitoraggio viene, infatti, svolto nei maggiori scali del Belpaese?
Quale indagine/inchiesta è mai stati attivata per verificare la situazione dei tetti e delle murature dei caseggiati (ville, casette, edifici vari e condomini pluripiano) in relazione alla stabilità, alle vibrazioni indotte non solo dal fenomeno vortex strike di picco-emergenziale ma anche da quello continuo-costante-quotidiano?
Lo stato delle murature/pareti, la tenuta alle vibrazioni innescate da anni di basso sorvolo degli aeromobili civili-commerciali e quelli delle flotte militari dei caccia e dei cargo-trasporto dell'Aeronautica Militare Italiana, a quanto pare, non è ancora una preoccupazione un monitoraggio in corso d'opera e/o verificato.
data inserimento: Lunedì 25 Aprile 2016