No, sono solo eventi e incidenti che avvengono in mancanza di regole e controlli, di tanta negligenza e tanto altro!
Possibile che volino ancora velivoli che hanno fatto il loro primo volo nel 1965. Probabilmente in Europa e/o negli USA e, dopo aver operato su una qualche compagnia di primo livello, è stato dismesso, ceduto ad altro vettore per finire in Africa.
Quello che è precipitato in atterraggio sullo scalo di Kisangani Airport (FKI), nella Repubblica Democratica del Congo lo scorso 8 luglio intorno alle 15.00 (ore locali), operava per conto della Hewa Bora Airways. Era un Boeing 727-100, ultima immatricolazione 9Q-COP sul volo EO-952 proveniva dall'aeroporto di Kinshana N'Djili con 112 passeggeri e sei membri di equipaggio. Era impegnato in un mancato avvicinamento, una riattaccata, dopo un tentativo in bassa visibilità causa un forte temporale.
Dopo 46 anni si è schiantato a 300 metri dalla pista, almeno 40 occupanti sarebbero sopravvissuti.
La compagnia Hewa Bora figurerebbe nella lista nera della UE.
Ovvero non può volare in Europa, ma nessuna vieta che l'attività di volo, regolare e di linea, venga quotidianamente svolta nel Congo ed in altri Paesi Africani ed extra.
Cosa si potrebbe fare per scongiurare simili accadimenti? Come si potrebbero vincolare le aerolinee che operano con flotte, con personale e con manutenzioni non corrispondenti agli standard ICAO?
In fondo, probabilmente, queste aerolinee appartengono a Paesi aderenti all'ICAO ed ad altri organismi sovranazionali.
Com'è possibile tutelare i cittadini europei che volano su quelle "carrette"?
Come si supportano i Paesi Africani ed i passeggeri di quei voli?
Infine come tutelare i residenti dell'intorno aeroportuale dei Paesi Africani, che in analogia a quelli degli aeroporti localizzati in Italia e nel restante l Continente Europa, vivono e si muovono nei pressi delle piste di volo
data inserimento: Lunedì 11 Luglio 2011