Altrove il Watchkeeper (UAV) confonde il "pilota remoto". Non è una novità. Nel gennaio 2015 un drone era finito anche nei giardini della Casa Bianca. Il Presidente Obama e moglie erano in visita ufficiale in India e il drone di un "amatore" - dopo un primo momento di incertezza - era stato catalogato come uno dei tanti eventi nel quale il responsabile - con certificato e perciò autorizzato dagli enti di controllo - aveva perso il contatto con il mezzo a "cosiddetto" pilotaggio remoto. L'autore, rimasto anonimo, aveva contattato il Secret Service ammettendo la responsabilità dell'accaduto. Con quali conseguenze, denuncia, ammenda e/o altro non si è mai saputo.
Negli ultimo giorni di Agosto 2016 ecco l'ennesimo drone, cosiddetto impazzito e/o fuori controllo, finire il suo volo in un giardino, stavolta a Sacile in Friuli V.Giulia. Anche in questo caso l'autore - non si è saputo se "pilota" in possesso di certificato e operatore autorizzato dopo aver superato un corso per Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto (SAPR) rilasciato da soggetto autorizzato e/o possessore e appassionato dilettante di APR - si è presentato, scusandosi, dal proprietario della casa annessa, recuperando lo stesso drone.
La questione safety-security sul volo a distanza è sempre attuale. Dati stampa segnalano come solo nella zona di Pordenone, doveva è avvenuto l'evento citato, ENAC registrerebbe quasi un centinaio di richieste per il volo di droni ogni mese. Quello segnalato, dotato di una telecamera, avrebbe iniziato il suo volo nei pressi della stazione ferroviaria, avrebbe sorvolato un istituto scolastico e quindi sarebbe precipitato nel giardino privato. Cosa ha registrato quel video, con quali finalità, quanti casi equivalenti si potrebbero registrare ogni giorno anche nel Belpaese? Sono da considerarsi voli illegali e le riprese video - non autorizzate - perlomeno una violazione alla privacy?
In Gran Bretagna le problematiche non sono dissimili, solo che le investigazioni degli enti-agenzie deputate al controllo rivelano l'ampiezza dell'emergenza droni. Riguarda anche gli esperti "piloti remoti" militari.
Lo schianto al suolo di un UAV della British Army avvenuto nel 2014, un Thales Watchkeeper ha consentito di verificare una realtà del tutto imprevista. L'inchiesta della UK Military Aviation Authority’ riguardante un mezzo a pilotaggio remoto militare controllato da personale professionale e autorizzato ha rilevato (il Report è del 12 Agosto 2016) come nel corso di un addestramento nei pressi del West Wales Airport quando il "velivolo" “pitched rapidly nose down” in prossimità del terreno in realtà il controllo riportava il drone atterrato a terra mentre stava invece volando ad una altezza di 10-15 piedi.
Il datalink di controllo remoto si era staccato per quattro volte e si era reinserito altrettante: nell'area i meteo hanno, in seguito segnalato, la presenza di fenomeni temporaleschi. Il Report segnala : the crew put the Watchkeeper into “master override” mode, which would stop the system entering the automatic abort mode, and subsequently make the system “override every inherent safety abort mechanism”. Il sistema "automatic take-off and landing" (ATOL) ha riportato l'atterraggio del Watchkeeper che si era, nel frattempo schiantato al suolo.
data inserimento: Giovedì 01 Settembre 2016