Urgente modificare una tecnica “rumorosa”! E solo flotte Capitolo 4^! Sono ormai oltre 10-15 anni (forse di più!) che Aerohabitat, periodicamente, illustra i vantaggi e benefici acustici della procedura antirumore identificata come NADP 1 (Noise Abatement Departure Procedure12) e NADP 2 (Noise Abatement Departure Procedure 2), ma invano. Sembrerebbe che aver adottato una, cosiddetta, procedura antirumore con riduzione della spinta di decollo a 1500 piedi invece che a 800 piedi di quota non comporti, non si qualifichi, come un incremento dell’emissioni sonore dei propulsori sull’ambiente e territorio circostante.
E’ lo stesso sito web ENAC a sostenerlo: “l'individuazione della più appropriata procedura antirumore di decollo e di atterraggio consente di ottimizzare i benefici ambientali. L'ampiezza ed il profilo delle impronte acustiche rappresentative dello scenario di traffico di un aeroporto sono influenzate, in particolare, dalle procedure operative in volo e da quelle a terra. Pertanto lo studio di una più appropriata procedura operativa di abbattimento rumore, rispetto all'esistente, costituisce una misura importante da prendere in considerazione. Le variazioni di regime motore lungo il sentiero di decollo ed una diversa configurazione dei flap comportano livelli di rumore diversi nel corso della fase di decollo. In modo analogo il rumore percepito per un velivolo in atterraggio è influenzato dai parametri di volo e dalla pendenza del sentiero di avvicinamento. Pertanto una combinazione di rotte preferenziali antirumore e di un' appropriata tecnica di volo consente di ottimizzare i benefici ambientali.
La gamma delle possibilità nella scelta delle procedure più idonee per minimizzare l'impatto acustico è condizionata soprattutto da motivazioni di sicurezza del volo. Una procedura operativa di abbattimento rumore potenzialmente può limitare l'accesso all'aeroporto di velivoli le cui prestazioni non consentono il rispetto della procedura stessa. Nella gamma di possibilità di nuove procedure abbattimento rumore vi è l'applicazione di particolari tecniche di avvicinamento e discesa, quali ad esempio il continous descent approach, tecniche di reduced power/reduced drag, steep approach, ecc.”.
In aggiunta all’acquisizione delle tecniche antirumore NAPD 1 e NAPD 2 per ridurre le emissioni dei propulsori che equipaggiano la flotte di aviazione civile-commerciale sugli scali del Belpaese è, comunque, anche indispensabile vietare le operazioni a velivoli classificati come di 3^ Categoria (certificato acustico) Annesso 16 ICAO. In questa fase di sostanzioso incremento dei voli-movimenti aerei sulle singole piste del Belpaese sarebbe indispensabile restringere l’attività alla sola flotta classificata come 4^ categoria ICAO, ovvero a minori emissioni sonore.
Perché ENAC e la Commissioni aeroportuali dei “rumorosamente sofferenti” scali del Belpaese non hanno ancora “sperimentato” le nuove procedure, tecniche e restrizioni?
data inserimento: Mercoledì 13 Dicembre 2017