Ma l'evento è stato causato da un decollo e/o un atterraggio? Sarebbe accaduto domenica 11 dicembre - riportano i media locali - e l'ennesimo vortex strike all'aeroporto di Treviso sarebbe stato generato da un velivolo impegnato nella fase di atterraggio. Nelle prime ore del pomeriggio di quella domenica le tegole del vicolo Marangon - perché non di altre zone attigue? - sarebbero state sottoposte a stress dai vortici dell'estremità alari - e perché no del jet blast dei propulsori degli aeromobili? - e almeno da uno dei tetti dei sottostanti caseggiati alcune tegole - dopo essere state sollevate - sono precipitate al suolo.
Ma perché hanno attribuito la causa ad un velivolo impegnato nella fase di atterraggio e non del decollo? Chi, fra l'altro ha identificato e descritto e identificato la causa prima in un sorvolo di un velivolo in un atterraggio?
L'episodio che dovrebbe essere classificato tra "gli eventi aeronautici" che dovrebbero essere segnalati e diventare statistica relative a “Incident”, “Serious Incident” o “Accident” con la descrizione della severità dell’Occurrence in un determinato aeroporto impone considerazioni specifiche.
E se l'ultimo vortex strike riguardasse invece un decollo?
Com'è noto i decolli sull'aeroporto del fiume Sile non avvengono - almeno al momento sulla città - e sono autorizzati contromano: nella stessa direzione, ancorché contraria all'atterraggio. Perciò entrambe le fasi, decollo e atterraggio, avvengono sulla città di Quinto di Treviso e/o comunque nelle aree di questa zona trevisana.
Ebbene e se l'ultimo evento vortex strike fosse stato generato da un decollo?
Sarebbe il risultato di un decollo riguardante un aeromobile i cui propulsori hanno perso potenza e/o la procedura/tecnica di decollo eseguita non avrebbe impedito di sorvolare in sicurezza i caseggiati sottostanti: una sorta di human factor e/o errore umano dei pilota e/o conseguente ad una avaria ai motori.
Una circostanza assai grave e preoccupante rispetto al basso sorvolo dei tetti dei caseggiati come standard di una procedura di atterraggio.
Le preoccupazioni, degli abitanti del vicolo del centro di Quinto sono le stesse di quando all'inizo del 2016, dopo un ennesimo vortex strike, il "Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Treviso" aveva presentato un esposto alla procura della Repubblica - corredato da 1100 firme - per segnalare «le irregolarità legate alla gestione dell'aeroporto Canova» e rimarcando, neanche farlo apposta, gli episodi di "vortex strike" che avevano causato, anche in passato, ingenti danni alle coperture delle abitazioni e sino ad ora mai risarciti.
Quale è il punto quindi? Innanzitutto ENAC e/o il Direttore Aeroportuale dovrebbe poter disporre di una casistica statistica di questi eventi vortex strike, delle reali conseguenze e danni materiali e/o sociali e di poter valutare e verificare le stime di questo genere di "rischio terzi" sulla cittadinanza. Un database essenziale per determinare il numero di decolli e atterraggi limite, per entrambe le testate piste, di questo ennesimo aeroporto cittadino.
data inserimento: Lunedì 19 Dicembre 2016