Traguardi industriali e gli Art. 707, Art 711 e 715 del CdN. Prodotti ittici degli allevamenti nella produzione alimentare del Belpaese – riportano i media – rappresenterebbe con l’acquacoltura circa il 30% dei prodotti ittici italiani. Spesso sono allevamenti di tipo intensivo, anche con elevato valore commerciale come il salmone ed i gamberetti, (trascurando l’impatto e degrado ambientale correlato) con favorevoli ricadute economiche e localizzate in zone marine e fluviali.
La relazione con l’attività aerea, con i voli civili commerciali, quelli di aviazione generale e del traffico militare (aerobasi italiane, NATO e USA) non sembrerebbe sia, ancora, stata adeguatamente analizzata. Perlomeno non abbiamo disponibilità di documentazioni specifiche, magari download on-line.
E’ utile ricordare come l’Art. 707 del Codice della Navigazione, ed il capitolo 4 paragrafo 12 del Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti, prevede che ENAC individui, ai fini della sicurezza, le zone limitrofe agli aeroporti da sottoporre a vincolo e stabilisca altresì le limitazioni relative ai potenziali pericoli per la navigazione. Gli enti locali, nell’esercizio delle proprie competenze in ordine alla programmazione ed al governo del territorio, devono adeguare i propri strumenti di pianificazione alle prescrizioni dell’ENAC.
L’Art. 711, inoltre, prescrive che le zone di cui sopra sono soggette a limitazioni le opere, le piantagioni e le attività che costituiscono un potenziale richiamo per la fauna selvatica o comunque un pericolo per la navigazione aerea.
ENAC con l’Informativa Tecnica - Linee guida relative alla valutazione delle fonti attrattive di fauna selvatica in zone limitrofe agli aeroporti del 2009 della DIREZIONE POLITICHE DI SICUREZZA E AMBIENTALI, in un testo di 26 pagine ha identificate tre realtà, tre scenari di interesse, le zone umida, la vegetazione, le opere di attività umana.
Ma ecco nel dettaglio le “realtà” critiche segnalate da ENAC nell’intorno delle piste di volo.
Per le zone umide sono state identificate le seguenti: gli impianti di depurazione acque reflue, i laghetti e bacini d’acqua artificiali, i canali artificiali e corsi d’acqua, le produzioni di acquicoltura e le aree naturali protette.
Per la vegetazione invece: sono le piante ornamentali e giardini, la vegetazione spontanea costituita da alberi, arbusti, cespugli, i prati, le piantagioni e coltivazioni agricole.
Infine per le Opere ed attività umana sono state identificate le seguenti attività rischiose per l’attività aerea: le discariche, l’industria manifatturiera, gli allevamenti di bestiame, quindi le costruzioni e manufatti e, infine, le stesse attività aeroportuali.
Lo stesso documento nelle pagine conclusive elenca anche le tecniche di “mitigazione delle fonti di attrazione” al fine di minimizzare e/o contenere il “rischio” correlata alla presenza di volatili e di fauna selvatica, in genere, in zone limitrofe agli aeroporti. Quale è la situazione negli aeroporti e aerobasi italiane. L’analisi a quale anno solare sono state aggiornate?
data inserimento: Giovedì 05 Ottobre 2017