Dal FACO (Final Assembly and Check Out) del F-35 AMI tuttavia, con una linea di produzione italiana che assemblava le ali nel sedime dell'aerobase di Cameri si sta profilando l'ennesima svolta.
Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta in una recente dichiarazione avrebbe sostenuto una riduzione della flotta F-35 per Aeronautica e Marina Italiana.
L'Aeronautica rinuncerebbe innanzi tutto a 15 F-35 STOVL. Perché tale scelta? Da un lato le esigenze militari e dall'altro il costo del programma F35 che è di 13,5 mld.
In discussione non sarebbe solo il numero dei velivoli F-35, che dall'iniziale numero di 131 erano già diventati 90, ma del costo complessivo delle spese militari in genere. Il taglio dei 15 f-35 sarebbe commisurato all'acquisto di aeromobili, ad esempio nuovi Eurofighter EF-2000 Tranche 3B.
Il punto sono i costi ed un budget disponibile e il periodo di acquisizione. Perciò il taglio dei F- 35, a parità di spesa, consentirebbe di investire su altri velivoli, altri progetti di Difesa. Dilatare i tempi di consegna, inoltre, permetterebbe di acquisire velivoli in leasing. Sia per Aeronautica quanto per la Marina Italiana. La decisione del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta pertanto non intende rinunziare al programma sottoscritto ed ereditato, anche in relazione ai vantaggi industriali e tecnologici ed alle pesanti penali conseguenziali , ma deve investire su una strategia di flotte aeree militari complessive e integrabili.
Il taglio di una parte e/o tutto della versione F-35B della Marina, ad esempio, implica valutazioni su velivoli da imbarcare sulla portaerei Cavour: F-35B è l'unico l’unico velivolo da combattimento adottabile dall’Aviazione Navale. Quali le alternative quindi? Il programma di Lockheed Martin, dell'Eurofighter Typhoon potrebbe trovare spazio nelle opzioni a parità di budget investito?
data inserimento: Sabato 08 Settembre 2018