Una opera limitata ma del costo di 31 milioni di euro! La lunga storia che associa i sedimi aeroportuali operativi all'epoca della seconda Guerra Mondiale e che continuano attività aerea - civile commerciale e militare - non è ancora conclusa. Anzi, probabilmente, è in una fase ancora iniziale: di presenza di consapevolezza del fenomeno. Di una situazione che deve essere ancora risolta nella maggioranza degli scali aerei-aerobasi del Belpaese. Quanti sono, infatti, i sedimi aeroportuali che non hanno subito bombardamenti e/o spezzonamenti nel corso del 1940- 1945? Quante decine di migliaia di bombe sono state scaricate nell'intorno delle piste di volo? Quanti quintali e/o tonnellate di ordigni/bome inesplose sono ancora sotto il suolo? vengono solitamente alla luce, scoperchiate solo nel corso di scavi entro il sedime aeroportuale. Le circostanze sono le solite: cantieri aperti con scavi per l'allungamento delle piste, allargamento dei piazzali, rifacimento del sottosuolo della superficie asfaltata/cementata o per opere di canalizzazione, di fognature e/o risistemazione delle opere idrauliche e/o drenaggi per acque piovane per lavaggio delle piste da liquidi pulenti e sghiaccianti.
Una sistematica pianificazione di bonifica dagli ordigni - per quanto a conoscenza di Aerohabitat - è stata realizzata solo per il recupero della ex aerobase di Dal Molin di Vicenza: con costi elevatissimi (almeno 2.5 milioni di euro) per la messa in sicurezza dell'intero sedime. Non risulta ancora che qualche scalo civile/commerciale ad esempio abbia predisposto un sondaggio, una verifica con sistemi radar di superficie per l'esistenza di ordigni - eventualmente - a rischio per le attività aeroportuale in superficie.
Aerohabitat ha regolarmente dato conto dei ritrovamenti su numerosi scali, probabilmente, sulla totalità di questi ed il sito www.aerohabitat.eu e www.aerohabitat.org lo hanno registrato.
Diamo ora conto che anche Malpensa, in occasione del cantiere per il tracciato del futuro tratto ferroviario tra il Terminal T1 e il Terminal T2 di una lunghezza di 3.4 chilometri. Sono stati, infatti, pianificati preliminari lavori di bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici per poter insediare la nuova linea ferroviaria. L'operazione sembrerebbe prevedere lo scavo di circa un metro sotto il suolo per la ricerca di materiali metallici. La prospezione del terreno dovrebbe anche identificare eventuali resti archeologici da verificare con la Sopraintendenza
Per il carotaggio del solo ferroviario percorso sarebbero stati stanziati 31 milioni di euro in rapporto ad un costo dell'opera con una nuova aerostazione al T 2 di circa 115 milioni di euro sostenuti tra Unione Europea, Governo e SEA. La questione e messa in sicurezza dagli ordigni inesplosi, risolto e bonificato il tracciato ferroviario, potrebbe tuttavia riproporsi per il restante sedime.
data inserimento: Domenica 17 Agosto 2014