Prossimamente voli verso gli USA con tariffe da 60-100 euro a tratta! Le prospettive di un traffico aereo low cost transcontinentale non potrà che entusiasmare i passeggeri e utenti in genere e preoccupare le aerolinee tradizionali, ex compagnie di bandiera e vettori "convenzionali" per la capacità competitiva che, inevitabilmente, diventerebbe planetaria.
La sfida è stata riproposta in questi giorni dalla Norwegian Air che propone un ticket andata-ritorno di circa 200 euro. Il progetto è comunque stata annunciato in passato anche da EasyJet, Ryanair e proporranno una ripresa della storica Skytrain di Freddie Laker che negli anni 60-70 aveva volato come aerolinea indipendente in Europa collegando inoltre anche la costa del vecchio continente con quella americana.
L'interrogativo che diventa inevitabile e si impone immediato e senza sconti: l'iniziativa low cost transatlantica e, comunque, transoceanica, avrà bisogno di strategie e politiche di co-marketing? Per attivarla, innanzi tutto, e in seguito, per un sostegno e flusso finanziario, magari, permanente.
La frenesia informativa che i media stanno attribuendo al progetto della low cost sul lungo raggio, tuttavia, almeno al momento, sembrerebbe trascurare la spinta, l'incentivo che il co-marketing di sostegno alla pubblicità, alla promozione dei collegamenti aerei ha generato in 10-20 anni di competizione low cost in Europa. Ma con quali aeromobili voleranno le low cost transoceaniche? Probabilmente saranno ancora bimotori. Stavolta alle flotte Boeing 737 e Airbus 320 e similari con capacità intorno a 200 passeggeri adottate nel corto-medio-raggio dovranno acquisire flotte bimotore da 250-400 posti. Perciò volare con Boeing 777 e Boeing 787, ma anche Airbus come 330, 340 e 350.
Voli low cost transoceanici comunque sono già stati sperimentati: con scarso successo.
Oasis Hong Kong Airlines e AirAsia X, aerolinee no frills tra Asia-Europa-Noramerica operanti dal 2008 sono, intanto, fallite.
Se le prospettive del Norwegian Air Shuttle e Wow Air (vettore islandese) della prossima primavera annunciano una svolta aggressiva sul mercato di lungo raggio, in Asia la Thai AirAsia X, AirAsia X e ArkeFly, Scoot, Jetstar, altrove la Cebu Pacific, la saudita Flynas e la brasiliana Azul rappresentano e ripropongono realtà con cui le aerolinee tradizionali dovranno misurare le attuali strategie competitive e di ri-assetto, nella rete operativa e nei costi-bilanci.
Una inevitabile novità riguarderà la rete operative delle low cost long range. Gli aeroporti di riferimento saranno, probabilmente, scali periferici, con aeroporti "wide body" prossimi agli hub storici delle aerolinee major: determinando ulteriori offerte e "sfide" concorrenziali. In aggiunta ai bassi costi operativi e tickets popolari-stracciati. Il confronto, si spera, avvenga con scenari realmente competitivi, senza usufruire degli sconsiderati finanziamenti e politiche di co-marketing da un lato e fondi e aiuti di Stato - variamente denominati - dall'altro.
data inserimento: Giovedì 15 Ottobre 2015