Sono vicende quotidiane, recenti e meno. Ma servono professionalità e sindacati e controlli. Si registrano in tanti Paesi, in tanti Continenti. Nel Regno Unito la dichiarazione di un pilota di linea: entrambi i componenti di equipaggio si sarebbero addormentati ai comandi di volo: il pilota automatico invece ha continuato a lavorare. era il 13 agosto 2013.
La denuncia è stata fatta alla CAA inglese e riguarda un volo Airbus 330. Quale è il vettore? Non è difficile saperlo: in UK solo due aerolinee operano Airbus 330. La Virgin e la Cook Airlines.
Il pilota ha sostenuto d'aver dovuto sopportare turni di volo pesanti. Con minime interruzioni e riposo. Su un volo Norwegian Air Shuttle, aeromobile Boeing 737-800, immatricolato LN-DYE, volo DY-5596 da Aalborg (Denmark) a Alicante,SP (Spain), alla quota di FL370, sulla verticale di Paris Charles de Gaulle (France) il primo ufficiale ha avuto un malanno. Il comandante ha dichiarato emergenza eseguendo un atterraggio ad Amsterdam sulla pista 06 solo 34 minuti dopo.
A fine settembre un comandante della United Airlines dopo un infarto in volo, l'altro pilota ha eseguito un atterraggio di emergenza in sicurezza per i passeggeri, è tuttavia deceduto dopo il ricovero in un ospedale.
Il volo Boeing 737 United 1603 da Seattle con destinazione Houston e 161 passeggeri.
Le problematiche associate alla fatica operazionale ed ai turni di volo, allo stress è nota da tempo e rappresenta uno dei temi principali nel dibattito sulla sicurezza del volo. Anche la comissione trasporti europea sta valutando le nuove regole sui tempi di volo e di servizio per piloti ed assistenti di volo.
E' una questione che gli stessi piloti ed il personale di volo in genere devono e possono verificare e gestire direttamente e singolarmente. A fronte di pesanti turni di volo, infatti, un professionista è tenuto a considerare il suo operato e il suo stato di salute. Le stesse associazioni sindacali di categoria devono e/o dovrebbero verificare e valutare, negoziando con le aerolinee, turni di volo compatibili e sostenibili.
La crisi dell'aviazione commerciale, il deficit cronico di bilancio, i costi operativi, la pressione concorrenziale, il mantenimento del posto di lavoro, hanno forse determinato un contesto ed un clima poco propizio alla tutela della salute del personale di volo e perseguimento di adeguati livelli di sicurezza del volo?
Anche i sindacati non sono più quelli di una volta? Anche il ruolo delle associazioni, sindacati gialli, ma comunque cautelativi è venuto meno?
Di fronte ai sondaggi che rivelano come il 45% dei piloti avrebbe sofferto di un "affaticamento significativo", altro 20% sostiene come la performance professionale possa essere intaccata periodicamente (almeno una volta a settimana) possibile che nessun pilota e sopratutto nessun sindacato assuma una posizione risolutiva?
Possibile che timore di punizioni e/o di compromettere la carriera e/o il posto di lavoro prevalga?
Secondo il British Airline Pilots Association (BALPA) il 56% di 500 piloti di linea ha ammesso di addormentarsi in cockpit e uno su tre ha sostenuto che al risveglio ha trovato anche il collega appisolato. Ora l'EASA (European Aviation Safety Agency) sottoscrive l'adozione da parte del Parlamento europeo di un regolamento che armonizza le limitazioni dei tempi di volo e di servizio (Ftl, Flight and Duty Time Limitations) per il personale di bordo ed i piloti d'aereo in tutta la UE. Ma non basta.
Solo l'impegno e la piena consapevolezza da parte dei singoli piloti appare comunque decisivo. Così come deve essere riaffermato il ruolo dei sindacati. In attesa di una adeguata regolamentazione dei tempi di volo e di servizio degli equipaggi di volo, che deve prevedere una normativa similare anche negli altri continenti, uno standard ICAO, con un sistema di vigilanza e di controllo della loro effettiva esecuzione, senza deroghe. Sia da parte del personale di volo quanto delle agenzie governative e UE.
data inserimento: Venerdì 11 Ottobre 2013