Di recente una ricerca dell’Istituto Affari Internazionali – Associazione culturale italiana – ha cercato di definire, in particolare, quanto i sistemi di gestione (ATC/ATM) dei Centri di Controllo del Traffico Aereo italiani siano sicuri da minacce di attacchi cibernetici. Sarebbe risultato che < … nel breve periodo, la possibilità [che tali sistemi] siano attaccati [riuscendo a spuntarla contro le difese] sia attualmente piuttosto bassa>, ma soltanto se ciò dovesse avvenire per opera di altre parti <che non siano altri Stati collegati alla rete>, perché l’Italia si è dotata di metodologie e strumenti idonei a far fronte a questo tipo di minacce di provenienza terroristica/hackeraggio.
Nel complesso il settore dell’aviazione civile commerciale è sempre più aperto al rischio di attacchi cibernetici, tanto che negli ultimi anni ha subìto un preoccupante aumento di episodi. Nel 2015 hanno comportato perdite all’industria pari a circa 500 milioni di dollari a causa di violazioni della sicurezza informatica e il 94% delle Compagnie Aeree operanti sono state colpite almeno una volta. Violazioni che si sono concretizzate in particolare in casi di “furto d’identità per conseguire frodi di carattere economico-finanziario” e in casi di spionaggio industriale per il fatto che le Compagnie gestiscono enormi quantità di dati informatici. La possibile reazione a questa situazione, secondo gli esperti, consisterebbe in una serie di misure quali il rinforzo della collaborazione tra Industrie e Governi, in maggior scambio di informazioni riservate, nell’adozione di standard globali includendovi anche le gestioni aeroportuali e nel mantenimento d’un atteggiamento mentale di allerta verso il rischio nel sviluppare le necessarie contromisure.
Comunque bisogna anche dire che le Compagnie non sottovalutano tali rischi e anzi stanno investendo sempre maggiori capitali nella sicurezza informatica, di pari passo all’innovazione tecnologica. Ad es., la Sita ha preso a campione un cero numero di Compagnie importanti a livello mondiale ed è risultato che rispetto ad analogo survey di tre anni fa, il numero di Compagnie che ha fatto progressi nel gestire le minacce informatiche è passato dal precedente 47% al 91% attuale.
Nel complesso dunque, secondo lo studio, lo stato di allerta rimane alto e l’aumento degli investimenti dedicati starebbe a provarlo. Non rimane che auspicare che tali sforzi, nell’interesse generale della sicurezza del volo commerciale, rimangano di alto livello e che contemplino l’interesse del Governi dei vari Stati legalitari del mondo.
data inserimento: Martedì 16 Agosto 2016