Nel Belpaese intanto le procedure attivate denotano carenze e ritardi. Le mappe acustiche sono state completate almeno una volta? Qualora sia avvenuto in quanti scali sono state aggiornate al volume di traffico in relazione alla reale operatività delle piste? Quante sono le reti di monitoraggio con la correlazione dei tracciati radar e quanti aeromobili sono stati sanzionati per aver superato i limiti acustici fissati in atterraggio e/o in decollo? Quali sono le procedure antirumore operative sulle piste del Belpaese e quali Commissioni Aeroportuali hanno imposto specifiche traiettorie close-in e distant per proteggere i cittadini residenti in prossimità delle testate da cui operano?
Le risposte non sono documentabili e la possibilità che gli adempimenti di legge non si siano realizzati sono visibili e/o disponibili agli osservatori attenti e interessati.
Se in Italia le piste di volo civili-commerciali (quelle militari AMI e USA sono escluse da qualsiasi analisi del clima acustico e tutela di sorta) dopo i decreti ministeriali e l’insediamento delle Commissioni Aeroportuali avrebbero dovuto mappare l’impatto, insediare reti di monitoraggio e tutelare i cittadini e attivare misure di mitigazione nelle abitazioni dell’intorno, almeno dal 1997. Dopo 20anni i risultati sono evidenti.
I Comitati dei cittadini dell’intorno degli scali sono sempre attivi e la loro capacità di mobilitazione non si arresta anzi. I voli sulle piste sono aumentati, le flotte aeree sono, sicuramente, più silenziose del passato ma il rumore aereo percepito dai “residenti” sembrerebbe accentuato. A fronte delle documentazioni ufficiali, dei livelli di decibel e di curve acustiche evidenziate dai gestori aeroportuali e/o dai dati ARPA Regionali e/o da ENAC nei rapporti annuali.
In Europa alcuni riscontri per aeroporti con un traffico annuo superiore a 50mila voli il rumore del traffico aereo è stato “mappato” completamente solo nel 52% delle piste.
Nel corso del “Noise in Europe” tenutosi il 24 Aprile 2017 a Brussels – Belgium la Commissione europea ha organizzato una Conferenza ad alto livello per aggiornare la Direttiva END sul rumore ambientale.
“In Europa ci sono più di 120 milioni di cittadini esposti a livelli di rumore superiore a 55 dB, limite oltre il quale possono essere rilevati effetti negativi sulla salute umana.
ARPA Toscana, in una nota, sostiene a proposito:
“Si stima che ogni anno siano costrette al ricovero 70.000 persone e 16.000 muoiano per cause correlate.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che esistono prove scientifiche evidenti che collegano l'esposizione al rumore ad effetti negativi sulla salute, indicando nell'inquinamento acustico una delle principali preoccupazioni per la salute dell'ambiente, secondo solo all'inquinamento dell'aria.
Questo è stato il principale tema di una conferenza di alto livello organizzata dalla Commissione europea e
sostenuta dall'Organizzazione mondiale della sanità il 24 aprile 2017 a Bruxelles.
La Conferenza è stata l'occasione per discutere sull'aggiornamento della Direttiva 2002/49/CE sul rumore
ambientale (END) alla luce degli ultimi risultati scientifici emersi e della Relazione presentata dalla Commissione il 30 marzo 2017 al Parlamento europeo e al Consiglio sull’attuazione della direttiva sul rumore ambientale.
La Relazione ha infatti evidenziato diversi ambiti in cui si rende necessario intervenire per
◾ ridurre l’impatto dell'inquinamento acustico sulla salute dei cittadini dell’Unione,
◾ conseguire meglio gli obiettivi della direttiva,
◾ avvicinarsi ulteriormente ai valori raccomandati dall’OMS.
Nel corso della Conferenza l'Agenzia europea per l'ambiente ha presentato il nuovo report – pubblicato ad aprile 2017 - che riporta i dati sull'esposizione al rumore di 33 Paesi europei (oltre ai Paesi membri dell'UE, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia; mancano i dati dell'Italia) ed un aggiornamento sulle misure adottate dagli Stati membri dell'UE per affrontare i problemi derivanti dal rumore.
L'OMS, dal canto suo, ha presentato le ultime prove scientifiche sugli effetti sanitari del rumore.
Hanno partecipato all'evento rappresentanti degli Stati membri, autorità pubbliche, scienziati, associazioni ed organizzazioni interessate al rumore ambientale, che, nel corso della sessione pomeridiana, hanno discusso su la percezione del rumore come problema di salute, i possibili approcci e le misure migliori per affrontarlo; le soluzioni già esistenti: come potrebbero essere meglio utilizzate e ulteriormente migliorate; recenti
prove scientifiche sulle implicazioni sanitarie del rumore ambientale.
Tra le evidenze emerse nella Conferenza troviamo i risultati del progetto Norah sul rumore svolto in Germania, che hanno mostrato:
◾ le relazioni tra i livelli di esposizione rumore notturno determinato da traffico aereo, stradale e ferroviario e la risposta della popolazione in termini di disturbo al sonno valutato attraverso le variazioni nelle fasi del sonno, misurate tramite la polisonnografia;
◾ gli effetti del rumore aereo sulla lettura dei bambini e sui punteggi nei test di valutazione;
◾ gli effetti del rumore stradale sui disturbi emozionali e comportamentali dei bambini;
◾ l'associazione tra esposizione a lungo termine al rumore stradale e malattie cardiovascolari;
◾ il collegamento tra l'esposizione al rumore stradale e malattie metaboliche;
◾ l'inadeguatezza delle attuali linee guida sul rumore ambientale nel proteggere pienamente contro gli effetti negativi sulla salute;
◾ la necessità di nuove ricerche: studi su periodi più lunghi, campioni più grandi per la polisonnografia, obiettivi di salute più obiettivamente misurati. Per approfondire, è disponibile lo streaming della Conferenza.”
data inserimento: Mercoledì 24 Maggio 2017