Con gli odierni bilanci sono, generalmente, si dichiarano insostenibili anche quelli del C.R.I. E' bastato il provvedimento che 1° gennaio 2014 avrebbe obbligato il gestore aeroportuale a sostenere i costi del supporto della Croce Rossa Italiana in alcuni scali del Belpaese che è scattata la solita, indolente, richiesta: i soldi non ci sono, ritardate la disposizione.
Gli aeroporti interessati sono i seguenti: AGRIGENTO, ANCONA, CAGLIARI, CATANIA, CATANZARO, CROTONE, CUNEO, FORLI', GROSSETO, PALERMO, PESCARA, PISA, REGGIO CALABRIA, RIMINI, ROMA, SALERNO, SASSARI, SAVONA, TRAPANI , TREVISO, TRIESTE, VERONA.
Da tempo (1988), infatti, il Ministero della Sanità aveva affidato alla CRI, con apposita convenzione ancora in atto, lo svolgimento del servizio di pronto soccorso sanitario negli aeroporti civili ed in quelli aperti al traffico civile direttamente gestiti dallo Stato. Il servizio di pronto soccorso sanitario aeroportuale eroga le prestazioni di primo intervento, ivi compreso il trasporto al più vicino presidio sanitario pubblico, a titolo gratuito a tutti i cittadini, italiani e stranieri, a qualunque titolo presenti in aeroporto. (DI12-2-88 art.1 c.3)
La scadenza della convenzione tra il comitato centrale della Croce rossa e il Ministero della Salute, che regola l’erogazione del servizio di pronto soccorso sanitario negli aeroporti italiani, mette a rischio l’attività di 17 scali. La riorganizzazione del presidio di primo soccorso negli scali nazionali è stata prorogata per un anno. Il Ministero della Salute, dell’Enac e della CRI, avevano stabilito che il servizio sarebbe rimasto a gestione statale soltanto negli scali di Lampedusa, Trapani, Roma Urbe, Grosseto Baccarini, Crotone Sant’Anna e Reggio Calabria. Gli appalti che avrebbero modificato la gestione ed il sostenimento dei costi negli altri 17 aeroporti sono stati rinviati di 12 mesi. Ma quanto costa un presidio della Croce Rossa Italiana? Dipende ed è parametrato ai turni di servizio (due o tre) e dal numero del personale. Quest'ultimo, inevitabilmente, deriva dal volume dl traffico aereo. Uno scalo di 4milioni di passeggeri abbisogna di meno staff di uno di 800mila utenti.
Se in quest'ultimo caso il costo si aggira intorno a 700mila euro/anno quanto costa negli altri?
E' certo che la reazione registrata dai gestori aeroportuali interessati, hanno rilevato la difficoltà e/o impossibilità a sostenere il costo del servizio della Croce Rossa Italiana , palesa e anticipa quello che accadrà quando, con l'adozione del Piano Aeroporti Italiano, gli stessi gestori aeroportuali degli scali che non rientreranno tra quelli di primo livello (circa 20-23), dovranno sobbarcarsi tale spesa. Saranno almeno 40-50 scali.
Chi finanzierà il costo dell'ENAV, dei Vigili del Fuoco, del Ministero degli Interni (Polizia di Stato), del Ministero delle Finanze (Uffici doganali e Guardia di Finanza), Ministero della Difesa (Carabinieri), Ministero della sanità (Uffici sanità Aerea e Uffici Veterinari) e del Ministero dei trasporti (ENAC)?
data inserimento: Giovedì 02 Gennaio 2014