Ma incombe un costo ed un finanziamento rilevante. A chi tocca? L'aeroporto “Duca d’Aosta” di Gorizia e una storia non dissimile a tante altre. Pista storica alla ricerca di un rilancio operativo e dinnanzi a innumerevoli questioni. Di agibilità dell'infrastruttura aeroportuale innanzi tutto che parte da una integrale bonifica dagli ordigni inesplosi (non solo lo spezzonamento del 18 marzo 1943) delle due guerre mondiali (vedi il caso della bonifica al Dal Molin di Vicenza) e passa con l'adozione degli standard e vincoli aeronautici disposti da ENAC. Tra di questi spiccano gli standard di pista (pendenze, RESA, Strip area, ecc.) ed il Piano di Rischio per incidente aeronautico e Piano ostacoli.
Quante di questi standard preliminari a qualsiasi attività di volo sono stati ottemperati prima di inaugurare il rilancio del "Duca d'Aosta" lo scorso 11 gennaio 2014? I voli erano comunque ripresi il 5 settembre 2013.
Piste di volo che diversi anni - cinque anni - non avevano visto velivoli in decollo ed in atterraggio e tantomeno essere ospitati nello storico hangar austriaco del 1914-1918.
L’hangar Gleiwitz, che viene segnalato come completamente ristrutturato e recuperato da una situazione di perenne degrado ma sul quale sembrerebbe pendere un interrogativo fondamentale: ha ottenuto l'agibilità come una edificazione a norma con gli standard antisimici? Un hangar lustrato e bel dipinto con un restyling di qualità potrebbe non bastare.
Non bastassero queste innegabili quanto preliminari questioni no si sbroglia ancora il progetto industriale legato alla Pipistrel.
L'inizio lavori continua a spostarsi nel tempo. Da marzo 2014 ora a fine 2014 e avvio della costruzione di velivoli del 2015, alla fine del 2015 con produzione dei primi esemplari nel 2016. In attesa dell'occupazione annunciata dagli iniziali 50 dipendenti a 200 a regime.
Sorge ora il pagamento dei canoni concessori del sedime.
L’Agenzia del Demanio nazionale sollecita il saldo della concessione del sedime a carico dell'Aeroclub o società esercente pari a 139.147 euro/anno. Probabilmente sorgono anche la difficoltà di raggiungere bilanci di gestione soddisfacenti senza un adeguato volume/annuo di voli e di soci con velivoli ospitati in hangar. Chi potrà sostenere questo elenco di costi? Sia quello della bonifica dagli ordigni inesplosi (quanti sono stati rinvenuti nella recente risistemazione parziale dell'area?), quindi per la messa in sicurezza ed adozione degli standard aeronautici delle piste (perché non gestire, ad esempio, una sola pista) ed infine l'integrazione dei costi di gestione qualora il traffico aereo non risultasse sufficiente?
data inserimento: Domenica 18 Maggio 2014