Il futuro tuttavia è legato alla co-marketing policy: chi finanzia? In pochi anni l’aeroporto di Ronchi dei Legionari si è rifatto il nome, l’immagine e, dopo l’integrazione con il Polo Intermodale, cerca un rilancio proponendo agli interessati, inizialmente, quasi metà delle azioni. Il valore dell’infrastruttura aeroportuale è stato quantificato in 70 milioni di euro.
Dopo un lungo periodo critico, nei movimenti, nei passeggeri, nei bilanci e nella stessa identità (aveva ben cinque denominazioni: Aeroporto FVG, Aeroporto Udine-Gorizia-Trieste, No Bordes, Trieste-Ronchi dei Legionari e Savorgnan di Brazzà), il presidente Antonio Marano e il direttore generale Marco Consalvo di quello che ora si chiamerà “Trieste Airport”, dopo la delibera dell’assessore alle Finanze Francesco Peroni, potranno procedere alla cessione di del 45% del pacchetto azionario. La Regione FVG è l’attuale proprietario del 100% delle azioni e la quota stimata della vendita dovrebbe quantificarsi tra 15-20 milioni di euro. L’investitore interessato, che dovrà essere un unico soggetto, dovrà impegnarsi ad acquisire un successivo 10%, diventando socio di maggioranza entro i tre anni successivi. Sarà un socio italiano come lo strico pretendente veneziano SAVE (che controlla Venezia-Tessera, Treviso-Canova e Verona-Catullo) o qualche – al momento ignoto - gestore/investitore internazionale?
Quale gestore potrà sostenere il rilancio di uno scalo che ha sempre ambito ad attivare numerosi collegamenti e destinazioni corto-medio raggio con un volume di passeggeri, finalmente, oltre il milione/anno? Rete di voli e un adeguato piano degli investimenti per un piano industriale con risultati positivi di bilancio. E’ una prospettiva possibile per un territorio e un bacino di traffico concorrenziale con le potenzialità operative e attrattive di Venezia-Tessera e Treviso ad Ovest e Lubiana ad Est.
Integrarsi in rete con qualcuno di questi scali o promuovere offerte con destinazioni e tariffe vantaggiose al punto di catturare clienti e passeggeri ad aeroporti sostanzialmente localizzati nello stesso bacino di traffico? Magari affermarsi come un polo di voli low cost estremamente vantaggioso, un traguardo che, tuttavia, potrebbe proporsi solo con una policy di co-marketing strategica. Ma soprattutto con un robusto finanziatore. Uno scenario che dovrebbe fare i conti con la regolamentazione europea sugli aiuti-di-stato e che al momento è difficile inquadrare se non in un soggetto pubblico e/o para-pubblico. Come spesso accade nel Belpaese.
L’investitore dovrà inoltre, probabilmente, in prima istanza analizzare e verificare le compatibilità del Piano di Rischio, Rischio terzi e dei livelli di carico antropico dell’infrastruttura aeroportuale associato alla adeguata adozione degli Art. 707 e 715 del Codice della Navigazione.
data inserimento: Martedì 27 Febbraio 2018