Ancora sui serbatoi e depositi di carburante entro il sedime di Orio al Serio.
Sulla localizzazione dei depositi di carburante e la sua indispensabilità per rifornire gli aeromobili in partenza da uno scalo, sul rischio incendio e sulla la necessità di disporre di adeguati piani di emergenza e di intervento a tutela dello staff aeroportuale, dei passeggeri e di soggetti terzi stiamo scrivendo da tempo.
Lo facciamo ancora comparando la normativa specifica dall'altro e uno stralcio, un resoconto di quanto descritto in materia su un documento ufficiale.
"L'articolo 707 del Codice della Navigazione Aerea è stato modificato da tempo. Con il D.Lgs n. 151 del 15 marzo 2006. Anche il Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli Aeroporti è stato aggiornato, anche recentemente.
L'analisi sul modello del rischio incidentali è stato definito e reso trasparente:
- modello probabilistico degli incidenti,
- modello di localizzazione degli incidenti,
- modello per le conseguenze degli incidenti.
"Per ogni tipologia d’incidente (landing undershoot, landing or take off overrun, veer-off) si ha una diversa distribuzione sia in funzione della natura stessa dell’incidente, che della distanza longitudinale e trasversale dalla pista".
ENAC è stata circostanziata:
Si precisa che nella redazione dei piani di rischio oltre a seguire le indicazioni contenute al paragrafo 6 del capitolo 9 del Regolamento, massima attenzione va posta sulle attività sensibili quali:
- insediamenti ad elevato affollamento (centri commerciali, alberghi, stadi, …);
- nuove edificazioni che se coinvolte in un eventuale incidente possono creare pericolo di incendio o comunque di amplificazione del danno sia all’ambiente che all’aeromobile stesso, quali ad esempio distributori di carburante, depositi di liquidi infiammabili, industrie chimiche e consistenti insediamenti ubicati lungo le direzioni di atterraggio e decollo ed in prossimità dell’aeroporto in aree ancora sostanzialmente libere.
In occasione della presentazione dei piani di rischio l’Enac si riserva la facoltà di verificare la presenza di opere, impianti ed attività che possono costituire pericolo per la navigazione aerea ai sensi dell’articolo 711 del Codice della Navigazione ai fini della loro eliminazione.
Rientrano tra tali pericoli ad esempio distributori di carburante e depositi di liquidi e gas infiammabili e/o esplosivi, in particolare se ubicati in zona A e B."
Alle soprastanti note normative, ecco, invece alcune annotazioni relative al Piano di Sviluppo Aeroporto di Bergamo Orio al Serio, nella deliberazione della Regione Lombardia del 28 marzo 2003.
Il riscontro che segnaliamo descrive e sintetizza l'approccio e le dimensioni dello stoccaggio di carburante avio. Lo Studio di Impatto Ambientale proposto da SACBO nel 2002, al paragrafo 8,1 Elementi di rischio a terra riporta:
"Il sistema di stoccaggio e approvvigionamento di carburante è costituito da un'area "petrolieri" localizzata a distanza che viene definita nello studio "di sicurezza da edifici ed infrastrutture" nella quale si trovano 10 serbatoi interrati, per una capienza complessiva di circa 650 m cubi di prodotti, di cui 600 di petrolio avio; nello scenario di piena attuazione del piano di sviluppo si prevede sostanzialmente un raddoppio di queste dotazioni, che verranno localizzate presso la zona merci.
...Tenendo conto delle procedure che regolano le operazioni e dei relativi sistemi di sicurezza l'eventualità che si verifichino sversamenti accidentali è valutata come estremamente bassa.
Considerando l'operazione più frequente, cioè il rifornimento degli aerei, nello scenario di massimo sviluppo (188 movimenti/giorno, cioè 94 aerei che utilizzano lo scalo) e nell'ipotesi più svantaggiosa (tutti gli aerei debbono rifornirsi di carburante), con una probabilità di sversamento accidentale grave una su un milione (ordine di grandezza derivato dalle analisi condotte per Malpensa 2000, si avrebbero circa 34mila operazioni con una probabilità di un sversamento ogni 30anni. La probabilità di incendio grave diminuisce ulteriormente considerando che il suo innesco può avvenire solo in presenza di ulteriori fattori (condizioni particolari di infiammabilità del cherosene).
...Tenendo conto che, normalmente, le operazioni di rifornimento vengono eseguite in assenza di passeggeri e lontano da zone da essi frequentate, "è ragionevole affermare che effetti letali o gravi possono riguardare esclusivamente gli operatori localizzati nelle vicinanze della zona d'incidente".
Come concludere? Quale sintesi trarre? E, tuttavia, indispensabile avere una conferma: la localizzazione dei depositi carburanti di Bergamo Orio al Serio è ancora quella descritta dalle note deliberate in Regione Lombardia?
data inserimento: Mercoledì 15 Febbraio 2012