Il contenzioso sul contratto del personale è risolto? No, mancano ancora gli arretrati. E' tutto all'interno della legge "Ulteriori misure urgenti per la crescita del paese" che è stato inserito l'ultimo atto riguardante l'annosa questione sui contributi fiscali del personale impiegato presso la Ryanair.
Il provvedimento tanto atteso, la vicenda tuttavia è emersa solo negli ultimi 12 mesi quando il contenzioso era sorto fin dai primi contratti sottoscritti dal personale italiano della low cost in Irlanda all'inizio degli anni 2000, dovrebbe finalmente obbligare l'azienda a pagare i contributi nel Paese sede delle cosiddette basi operative. In Italia sono o erano dieci. Il personale in attività sugli scali di Alghero, Bari, Bergamo, Bologna, Brindisi, Cagliari, Pescara, Pisa, Ciampino e Trapani ne erano o sono stati coinvolti.
Il testo del decreto riporta, infatti, che "ai fini del diritto aeronautico, l’espressione - Base - identifica un insieme di locali ed infrastrutture a partire dalle quali un’impresa esercita in modo stabile, abituale e continuativo un’attività di trasporto aereo, avvalendosi di lavoratori subordinati che hanno in tale base il loro centro di attività professionale, nel senso che vi lavorano, vi prendono servizio e vi ritornano dopo lo svolgimento della propria attività. Un vettore aereo titolare di una licenza di esercizio rilasciata da uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia è considerato stabilito sul territorio nazionale quando esercita in modo stabile o continuativo o abituale un’attività di trasporto aereo a partire da una base quale definita al periodo precedente. In deroga all’articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, il presente comma si applica a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012".
In questo modo tutte le aerolinee in attività nel Belpaese dovranno versare contributi previdenziali e tasse relative al personale basato negli aeroporti italiani.
Tutto bene quindi! Anche in Italia, com'era avvenuto negli altri Paesi UE è stato finalmente riconosciuto un sacrosanto diritto ai lavoratori. Il dispositivo sana la disparità esistente con qualche vettore.
Il punto successivo riguarda tutte le annate trascorse. Quelle nelle quali tali versamenti non sono avvenuti. Come risolvere? Occorrerà aprire singoli contenziosi? Individuali?
Potrà qualche magistrato estendere il provvedimento retroattivo per eventuali soggetti ricorrenti? Speriamo.
A questo punto però sorge un'altra questione. Altrettanto fondamentale.
Le aerolinea Italiane pagano con regolarità e tempestività i contributi previdenziali, oltre alle tasse ed handling aeroportuali?
Le somme INPS e/o Fondo Volo versate dalle aerolinee operanti rappresentano la totalità del dovuto? Cosa accade quando un vettore è sottoposto alla procedura fallimentare e/o sfortunatamente interrompe l'attività aerea, temporaneamente o definitivamente, chi verifica se i versamenti sono stati registrati?
Quante aerolinee del Belpaese, in attività e/o fallite, devono ancora regolarizzare i contributi riportati nelle buste paga del personale interessato?
data inserimento: Giovedì 13 Dicembre 2012