Manca tuttavia l'alternativa a Ciampino ed al raddoppio di Fiumicino. E così il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera con l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, ha tra l'altro, cassato il progetto dell'aeroporto di Viterbo come terzo scalo del Lazio. Con l'atto proposto, tuttavia, il confronto e le risoluzioni conclusive dovranno passare al vaglio, per niente facile, della Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica.
In discussione non è solo l'individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, ne la riduzione degli scali operativi. Passare da 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare non è solo una scelta ardua ed attesa da quasi 30anni. Mette in rilievo non solo la potenzialità infrastrutturale dei singoli scali ma identifica le capacità operative degli stessi aeroporti.
L'Atto di indirizzo tuttavia non ha, probabilmente, valutato appieno la sostenibilità infrastrutturali del sistema airside pista, strip area, graded, RESA, Piano di rischio e Rischio terzi.
Tra gli aeroporti inseriti nella Core Network, taluni circondati ed affogati nelle metropoli e/o città intensamente edificate, quanti possono dirsi conformi, perciò non in deroga agli standard ENAC - ICAO? Quali sono le criticità che si potrebbero sottolineare?
Possibile che nessuno ponga alcun dubbio su Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Napoli Capodichino?
Tra gli aeroporti inseriti nella Comprehensive Network perché non interrogarsi su Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso e Verona?
E quelli di Reggio Calabria e Rimini e Forlì?
Se l’Atto di indirizzo non prevede la realizzazione di nuovi scali, quali Grazzanise e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino) si deve concludere, amaramente ed inevitabilmente, che Genova Sestri, Ciampino, Capodichino, Treviso, Verona, Linate, Bergamo sono a norma?
Che questi scali non hanno ancora raggiunto un livello di saturazione di numero di voli e passeggeri in relazione agli standard infrastrutturali ENAC ICAO? Non ne siamo convinti.
Aerohabitat è consapevole che numerosi scali operativi, anche tra quelli identificati come Core Network, Comprehensive Network sono saturi. Alcuni di questi dovrebbero essere sgonfiati e magari chiusi. Da subito. Senza attendere l'irreparabile.
L'alternativa secca è la costruzione di nuovi aeroporti. Anche nel Lazio.
La soluzione Laziale scaturisce dall'urgenza di ridimensionare Ciampino a scalo executive, evitare il raddoppio di Fiumicino e, in assenza di aree disponibili, prevede la progettazione dell'isola a mare dinnanzi al Litorale Romano: come a Kansai. Come peraltro avverrà anche Genova. Altre soluzioni non sono all'orizzonte.
data inserimento: Mercoledì 20 Febbraio 2013