Dal dramma alla farsa: perché non chiedere asilo a terra senza alcun crimine? Perché dirottare l'aereo sui cui si vola come pilota per poi sperare che le autorità locali rilascino lo status di asilo politico? Non era semplice e ordinario, con maggiori garanzie per ottenere lo stesso asilo, arrivare in treno, in aereo, magari in vacanza?
Quello che è accaduto nella giornata del 17 febbraio 2014 è davvero insolito.
Il Boeing 767 della Ethiopian Airlines volo ET702 decollato da Addis Abeba con destinazione Roma-Fiumicino è stato dirottato sullo scalo svizzero di Ginevra.
Il 31enne pilota di nazionalità etiopica avrebbe preso il controllo dell'aeromobile mentre il comandante era andato alla toilette intorno alle ore 03.30 GMT durante il sorvolo dello spazio aereo italiano. Dopo aver bloccato la porta d'accesso al cockpit al comandante ed ai restanti membri di equipaggio il copilota ha guidato in solitudine il volo fino alla destinazione elvetica prescelta
L'atterraggio è avvenuto a Ginevra alle 06.02 locali accompagnato da due caccia Eurofighter Typhoon del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA). Gli intercettori dell'Aeronautica Militare Italiane erano decollati “scramble" nel primo mattino di domenica.
A bordo del Boeing 767 erano presenti circa 200 persone totali. Ben 138 passeggeri erano italiani, di questi i 57 con destinazione Fiumicino, 81 erano diretti a Malpensa. Tutti gli occupanti del velivolo hanno potuto lasciare il velivolo senza alcun danno. Il copilota dirottatore dopo l'atterraggio ed il parcheggio dell'aeromobile, circondato dalla forze di sicurezza svizzera, ha abbandonato il cockpit calandosi con la fune dal finestrino anteriore destro. Il pilota non ha avuto alcun contatto fisico/materiale con i passeggeri e con gli altri membri dell'equipaggio.
data inserimento: Martedì 18 Febbraio 2014