Il giorno è quello del 27 aprile, le ore circa le 11.35. All'aerobase di Sigonella, uno degli scali interessati alle operazioni di volo disposte dalla NATO per fronteggiare gli eventi bellici in corso in Libia, un F 16 in fase di atterraggio sarebbe finito fuoripista.
Sull'incidente è calata una cappa di silenzio.
Non si hanno notizie certe e dirette. Alcune segnalazioni stampa riportano esclusivamente che l'F 16 apparteneva alla flotta schierata dagli Emirati Arabi. Il pilota si sarebbe salvato lanciandosi, eiettandosi nella fase finale e non si sarebbero registrati feriti. A quale quota di eiettato? Dove è finito il cacciabombardiere? Aveva installato munizionamento? L'incidente è stato circoscritto entro i confini del sedime dell'aerobase?
Tra le frammentate notizie viene tuttavia riportato che il caccia proveniva dall'aerobase Sarda di Decimomannu, sede logistica della flotta "araba" spagnolo e olandese. Tutte impegnate nell'operazione NATO.
La base di Sigonella sembrerebbe svolgere un ruolo decisivo nelle operazioni in Libia, di concerto con l'aerobase siciliana, sede del 37° stormo di Trapani Birgi. Su quest'ultimo scalo, nel quale l'attività civile commerciale è soggetta a limitazioni operative, si sarebbe registrato, nei giorni precedenti, un analogo incidente per un cacciabombardiere della flotta italiana. Stavolta in decollo.
Le notizie anche in questo caso sono state scarse. La pista sarebbe stato chiusa per almeno 90 minuti, per la rimozione dell'aereo incidentato. Una domanda conclusiva, il piano di rischio delle aerobase militari italiani adottano, forse, lo standard di rischio aeronautico ENAC? Ne dispongono uno diverso?
data inserimento: Domenica 01 Maggio 2011