Gli anni passano e la soluzione non è prossima! A quasi sei anni dall'approvazione della zonizzazione acustica dell’aeroporto di Orio al Serio (delibera del 22 novembre 2010) , e a tre anni della sentenza del TAR di Brescia che aveva accolto il ricorso dei Comitati Aeroporto di Orio al Serio e da Legambiente contro lo stesso Piano di zonizzazione acustica la situazione non è cambiata.
Il volato dello scalo Orobico in questi anni ha continuato a crescere e da circa 60mila/voli anno che hanno costituito il volume di traffico che ha originato la prima mappa acustica e conseguente zonizzazione aeroportuale il 2016 sta consolidando circa 80 mila voli/anno.
La pista di Bergamo Orio al Serio è diventata la terza in Italia, superando lo storico scalo di Linate oltre 10 milioni di passeggeri/anno. Probabilmente quattro milioni oltre quelli trasportati all'epoca della "zonizzazione" deliberata nel 2010 ma fondata su traffico 206-2008.
L'integrazione tra la "classificazione acustica comunale" dei singoli "comuni aeroportuali" deve, perciò ancora essere decisa e resa operativa. Con le relative ripercussioni sul territorio (insonorizzazioni e altro) e sull'economia del circondario.
Le stesse valutazioni ambientali e strategiche della VIA e della VAS devono essere necessariamente riformulate.
In questi anni e nelle stime del traffico crescente lo scalo Bergamasco ha proseguito, nonostante tutto, la sua crescita e, nel dibattito di nuove rotte e di mitigazioni acustiche per alcune zone della città (Colognola) e di altri Comuni i Comitati, i Sindaci e la Commissione Aeroportuale, sono state formulate nuove rotte e tipologie di decollo ed atterraggio.
La discussione e la ricerca di "mitigazioni nelle fasi di decollo e atterraggio" sono nel recentissimo periodo ha identificato alcune "sperimentazioni".
Il confronto tra varie opzioni, pur necessario e indispensabile, non ha fatto altro che protrarre una soluzioni conclusiva e una definizione e aggiornamento della originale "zonizzazione". Correlata al traffico reale del 2016.
La recente proposta - in occasione della riunione della Commissione aeroportuale - di modifica delle rotte di decollo al fine di mitigare l'impatto sugli abitati limitrofi, con suddivisione dei decolli e l'introduzione operativa di PRNAV avrebbe identificato una riduzione dell'esposizione dei cittadini sopra 60 decibel: ma rappresentano riscontri iniziali che devono essere verificati nei parametri "realistici" Lva. ARPA ed esperti SACBO sono sicuramente in grado di verificare l'esposizione del rumore a terra e in volo (ground e air noise) commisurando adeguatamente il modello matematico INM.
Dopo tanti anni l'urgenza è obbligata, a fronte delle sentenze e delle esigenze dei cittadini, la sostanza e quella dei dati di traffico: il numero dei voli non si arresta.
data inserimento: Domenica 17 Luglio 2016