Una tabella ARPA/APPA induce alcune considerazioni. Le mappe dell’esposizione del rumore aeroportuale, il livello di esposizione al rumore della popolazione è un parametro decisivo per varare azioni di tutela e salvaguardia del territorio e della comunità circostante.
Il varo delle risanamento ambientale rimanda al lavoro della Commissione Aeroportuale, all'elaborazione di eventuali procedure antirumore, e delle “Zone Aeroportuali” secondo quanto previsto dal D.M. 31/10/97.
Tali zone sono definite come è noto:
zona A, nella quale i valori di Lva si situano tra i 60 ed i 65 dB(A), nella quale non e prevista alcuna limitazione in termine di destinazione d’uso dell’area
zona B, con valori di Lva tra i 65 ed i 75 dB(A), nella quale possono essere esercitate esclusivamente attività agricole e di allevamento, attività industriali, uffici e servizi con adeguate misure di isolamento acustico
zona C, con valori di Lva oltre i 75 dB(A), ove si possono situare esclusivamente attività funzionalmente connesse all’aeroporto.
La classificazione delle Zone Aeroportuali evidenzia le compatibilità urbanistiche. Coinvolgendo le costruzioni esistenti e determinando i vincoli futuri dell'intera area.
Ma la classificazione e delimitazione delle Zone Aeroportuali, inevitabilmente si modificano, in funzione dell'attività aeroportuale, del potenziamento dei voli e delle direttrici di decollo ed atterraggio.
Cosa succede se uno scalo ha elaborato la zonizzazione acustica anni addietro? Magari con un numero di voli ridotto e, quindi, non corrispondente all'attuale traffico aereo e quindi con indici acustici non reali?
Lo stato di attuazione delle misure a tutela del'impatto acustico aeroportuale elaborato da ARPA/APPA fonte MATTM - ISPRA (del giugno 2012) delinea un quadro che pone una serie di domande.
La corrispondenza tra aeroporto, l'approvazione di procedure antirumore, la valutazione dell'intorno aeroportuale, la sua approvazione e l'esistenza di reti di monitoraggio innesca abituali e scontate considerazioni.
A quali volumi di traffico aereo, a quale data corrispondono quelle elaborazioni e mappe acustiche. Talune sono vecchie di 10anni? Comunque quali sono quelle che sono state aggiornate ogni biennio?
Cosa dire inoltre delle reti di monitoraggio e delle relative centraline acustiche.
Sono segnalate come esistenti reti di monitoraggio fisse, consolidate, in aeroporti che non hanno mai trasmesso a i cittadini report periodici. Producono dati e non li rendono pubblici? Possibile?
Secondo la tabella 1 allegata, riguardante lo stato di attuazione della caratterizzazione acustica aeroportuale ben 24 scali su 40 del Belpaese sarebbero attrezzati con reti di monitoraggio e centraline.
Magari fosse vero! I cittadini dell'intorno delle piste, dopo aver preso visione delle efficace corrispondenza tra voli e realtà acustica, potrebbero, probabilmente, senza alcuna obiezione, considerare l'impatto acustico percepito, quello stimato, quello monitorato commisurandolo con i piani di risanamento adottati.
data inserimento: Martedì 08 Gennaio 2013