Siglato un protocollo di intenti fra le Regioni e il ministero della Difesa. Un primo passo nell'infinito conflitto tra Stato e Regioni, ovvero tra gli insediamenti demaniali di caserme, aerobasi, poligoni di tiro, postazioni missilistiche militari e le amministrazioni regionali del Belpaese, è stato fatto lo scorso 20 giugno 2014. La questione rimanda alle cosiddette servitù militari ed alle politiche di coesistenza con le comunità e, dopo tanti decenni, alle iniziative per il trasferimento delle aree dismesse e alle stesse regioni ed alle politiche di recupero degli insediamenti con procedure per la bonifica, messa in sicurezza e ripristino di una coesistenza con le comunità circostanti.
Il tema è vasto e complesso e coinvolge anche la necessità di disporre risorse e sostanziosi finanziamenti per - come ha sostenuto la Regione Sardegna - e trasparenza e l’abbandono della logica degli indennizzi forfettari.
Il nuovo presidente della Sardegna sostiene inoltre: "Tutela ambientale e della salute, tempi certi per attivare i processi di riequilibrio, avvio di processi di riconversione delle attività tramite programmi di ricerca tecnologica, innovazione e sviluppo; un percorso condiviso per la valutazione dei costi da mancati sviluppi alternativi dei Comuni nei quali insistono i Poligoni; la fluidificazione dei processi di dismissione e acquisizione al patrimonio regionale dei beni immobili demaniali non più necessari alla Difesa; l’immediata estensione del periodo di sospensione delle esercitazioni, che non dovranno più svolgersi dal primo giugno al 30 settembre; l’immediata esclusione degli indennizzi dal calcolo degli spazi finanziari definiti dal patto di stabilità interno e l’istituzione, presso i Poligoni, di Osservatori ambientali indipendenti".
La nota ufficiale della Conferenza segnala che:
"Si è tenuta a Roma, nella città militare della Cecchignola presso la Scuola Trasporti e materiali, il 18 e il 19 giugno la “2° Conferenza nazionale sulle servitù militari. Durante la seconda giornata di lavori è stato siglato da ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome un protocollo di intenti proprio sul tema delle servitù militari.
Il Presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nel corso del suo intervento per conto della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha sottolineato come “in molte Regioni italiane porzioni non indifferenti di territorio sono sottoposte ai vincoli delle servitù militari. Si tratta di ricchezze naturali, paesaggistiche ed anche beni culturali che oggi non rappresentano un’opportunità di sviluppo per i territori; né tantomeno un’occasione di progresso sociale, economico e scientifico per le comunità regionali. Su tutto pesano gli obblighi derivanti dall’esigenza di ospitare poligoni o aree destinate alle pur necessarie esercitazioni militari. Una situazione che finora è stato difficile modificare essenzialmente a causa di approcci dominanti che hanno impedito di portare avanti la discussione per un uso più razionale di questi beni, che hanno mortificato sul nascere l’aspirazione ad una collaborazione che tenesse insieme la “Ragion di Stato” (chiamiamola così) della necessaria preparazione delle nostre forze armate con l’’aspirazione degli enti locali a veder maggiormente tutelate e valorizzate queste risorse”. Oggi però, ha spiegato la Seracchiani, quegli approcci sono venuti meno e “possiamo ragionare con maggiore tranquillità sulle opzioni, sulla collaborazione o sui diversi utilizzi di beni e risorse rientranti nell’ambito delle servitù militari. E sappiamo che ogni azione di governance poggia sulla leale collaborazione istituzionale e non sulla sterile rivendicazione di competenze”.
“Va dato atto al Governo di aver aperto con questa 2° Conferenza nazionale sulla servitù militari una pagina nuova del rapporto Stato-Regioni, in un ambito dove peraltro le incomprensioni troppo spesso hanno avuto la meglio sulle opportunità”. “Ecco perché ritengo ha aggiunto - che il Protocollo che firmiamo sia un’occasione preziosa. Oggi stiamo mettendo il tema delle servitù militari sul binario giusto: quello della leale collaborazione istituzionale. Da domani saranno al lavoro, infatti, tavoli tecnici che, alle dipendenze dei Comitati misti paritetici Stato-Regione, avranno il compito di individuare i percorsi migliori per conciliare nelle diverse situazioni le insopprimibili esigenze addestrative militari, con le ragioni etiche ed economiche di un’attenta tutela e di un’adeguata valorizzazione dell’ambiente”. “Non solo: Si attiva oggi una collaborazione che punterà sulla ricerca scientifica e tecnologica anche con Progetti che potranno contare sulle risorse del piano nazionale per la ricerca militare nell’ambito della nuova programmazione 2014-20 dei fondi europei. Abbiamo di fronte una sfida importante, ma se sapremo cooperare secondo lo spirito che ispira questo Protocollo, sono certa – ha concluso la Seracchiani - che potremo raggiungere i traguardi che abbiamo prospettati”.
data inserimento: Lunedì 23 Giugno 2014