La questione aeroportuale è sempre in primo piano. Sia quando si discute di aeroporti strategici e maggiori, quanto nel caso di aeroporti regionali, minori e aviosuperfici.
In ogni regione del BelPAese, dal Lazio, alla Lombardia, al Friuli Venezia Giulia che in Toscana.
Il Piano Aeroporti Nazionale, ancora in discussione in ENAC, prevede purtroppo esclusivamente valutazioni geo-territoriali correlate ai volumi di traffico. Indispensabili a pianificare il sostegno finanziario delle infrastrutture aeroportuali. I costi logistici saranno, infatti a carico del governo centrale solo per 23, 24 scali.
I restanti saranno "finanziati" dalle rispettive Regioni. Saranno costi elevati. Forse non sostenibili. Il Piano Aeroporti, trascura comunque un parametro fondamentale per un aeroporto, la sostenibilità ambientale: non ha verificato, preliminarmente, la coesistenza e compatibilità di uno scalo. Quali evidenze "ambientali" si determinano - ad esempio - con il raddoppio dei voli?
Le procedure di VIA e di VAS non sono state stimate: questo è quanto Aerohabitat rileva.
Appare del tutto evidente quanto sta accadendo nell'intorno di numerosi scali aerei del BelPaese. Aeroporti maggiori e minori. L'articolo sottostante, apparso il 9 febbraio 2011 su www.greenreport.it - proposta dal "quotidiano per una economia ecologica" - da conto di quanto avviene nella Regione Toscana.
FIRENZE. Dopo Firenze, Pisa, Siena, ora anche in un'altra città toscana si discute circa il futuro del suo aeroporto. Si tratta di Arezzo e lo scalo in questione è quello del Molin Bianco. Come è avvenuto a Siena per Ampugnano anche in questo caso ad essere messo in discussione è l'ampliamento dello scalo aeroportuale. Le ragioni del "no" sono state spiegate dal consigliere comunale Roberto Barone (Pd) che ha presentato tra l'altro una proposta di delibera di iniziativa popolare facendosi così interprete della volontà di quasi 1.600 cittadini. «Abbiamo consegnato alla presidenza del Consiglio comunale una proposta che ha lo scopo di fare arrivare in assemblea una richiesta dei cittadini da approfondire adeguatamente e sulla quale fare esprimere i consiglieri. La proposta- ha spiegato Barone- non ha niente di rivoluzionario rispetto a quanto già definito: infatti, il Piano strutturale approvato il 12 luglio 2007 ha detto in maniera ferma e ufficiale che l'aeroporto attuale ha già in sé delle criticità, conclamate negli ultimi decenni a seguito dello sviluppo edilizio circostante». Del possibile ampliamento di questo piccolo aeroporto dove oggi operano l'aeroclub Centini e il gruppo paracadutisti si parla da tempo, lo stesso Comitato è nato nel lontano 2001.
Il perché di questa accelerazione nonostante i contenuti del Piano strutturale lo spiega lo stesso Barone: «perché l'orientamento dell'amministrazione comunale sembra vedere di buon occhio lo sviluppo dei servizi a terra proposto da una società. Allora vogliamo che in Consiglio comunale ci sia un voto che consacri le previsioni del Piano strutturale, ovvero che l'aeroporto è senza futuro e che qualsiasi idea di innalzamento delle prestazioni ne deve comportare la delocalizzazione, portando al contempo Molin Bianco a diventare parco urbano». Il Comitato che ha il sostegno di associazioni e partiti (Legambiente, Arci, Demos, Italia dei Valori, Sel, Federazione della Sinistra) chiede che venga realizzato un rigoroso studio economico in cui si se Arezzo ha la necessità di un'infrastruttura di questo tipo. «Non siamo certo contro lo sviluppo della città, anzi, ma non è certo grazie a un aeroporto che Arezzo fruirebbe di un tocco di bacchetta magica- ha concluso Barone- La smania di attribuire all'aeroporto tutte le possibilità di sviluppo cittadino è fuori luogo. Andate a Siena: i turisti arrivano in aereo? No. L'aeroporto è un fallimento, sfruttato solo da qualche persona che può togliersi il lusso di viaggiare in aereo» ha concluso il consigliere comunale
data inserimento: Venerdì 11 Febbraio 2011