Nel Belpaese intanto 18 segnalazioni/interferenze nel corso del 2015. L'agenzia Europea riteneva una iniziativa urgente, probabilmente improrogabile, secondo Trevor Woods - certification director della EASA - l'universo UAV potrebbe essere reso trasparente e risolto nel breve periodo.
Se, infatti, da un lato l'industria che finanzia, promuove e produce "droni" sostiene le prospettive e l'impiego esteso delle tecnologie degli "Unmanned aerial vehicle", le esigenze di safety adeguato dell'attività UAV con le flotte dei velivoli dell'aviazione generale, degli ultraleggeri e dell'aviazione civile-commerciale e quella militare più varia impongono soluzioni rapide e effettive.
Se gli investimenti imprenditoriali nel sistema UAV non cessano, anzi sembrerebbero estendersi, anche le problematiche associate al volo dei droni non può non creare interrogativi.
Sia nel volo in prossimità delle piste di volo, di aerobasi quanto di aviosuperfici e/o infrastrutture commerciali rilevanti, quanto nel volo/sorvolo nell'intorno di agglomerati urbani minori e maggiori.
Come regolamentare le varie tipologie di attività dei droni, come classificare livelli e fattori di rischio, come formulato una classificazione in tre categorie principali (open, specific e certified) nel quadro di una approvazione comune tra i diversi Paesi della Comunità Europea?
L'analisi di lavoro dell'EASA inquadra tecnologie anticollisione “sense and avoid” e di localizzazione “geofencing”, ma la soluzione non appare semplice e di rapida attuazione.
Unmanned Aircraft Systems (UAS) and Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS) e la Regulation (EC) No 216/2008 con una massa operativa si 150 Kg o superiore - amatoriale, military e non-militare - e civili RPAS sottostanti a 150 Kg dovrebbe essere regolamentato da ogni singola autorità dei Paesi Europei.
Una delle questioni primarie rimanda alla istituzione di una task force per valutare scenari di risk collision tra droni e velivoli civili/militari e elicotteri.
La casistica delle collisioni e near miss e interferenze registrate in ogni Paese della UE si allarga e veine - con scrupolo - dettagliata anche se nel contempo la vendita dei droni di ogni genere e "peso" e versatilità d'uso non si arresta.
Anche i corsi di formazione per "piloti" di mezzi remoti prosegue incessante.
Quello che ancora manca è una qualche modalità di monitoraggio e vigilanza della flotta dei "droni". In Italia le segnalazioni nel corso del 2015 - secondo ANSV - sarebbero risultate 18, quale percentuale rappresentano rispetto alla realtà avvenuta nello stesso arco temporale?
data inserimento: Giovedì 05 Maggio 2016