Ora è indispensabile una bonifica complessiva: da ordigni e - eventuali - residui "tossici". Alla fine è arrivata la risposta ufficiale da ENAC: l'aeroporto-aerobase-aviosuperfice potrà continuare a disporre del tradizionale e storico tracciato della pista in erba di 730 metri.
Ancora nel 2011 Aerohabitat - nel corso di una incontro pubblico - aveva illustrato a riguardo il documento "Aeroporto Campoformido, riqualificazione e recupero storico, sostenibilità ambientale e finanziaria, quale futuro?" sostenendo l'ineluttabilità di qualificare la sola pista 04-22 di 730x40 metri di lunghezza.
L'ipotesi della pista di 1200 metri era stata, probabilmente, proposta senza una adeguata valutazione delle implicazioni urbanistiche, dell'impatto ambientale-acustico, del piano di rischio aeronautico per incidenti aerei, del rischio terzi in una zona dove - nel corso degli ultimi 20-30-40 anni - era stato edificate numerose abitazioni. Costruzioni autorizzate che erano state insediate nel rispetto della normativa ostacoli dell'ENAC-Civilavia in relazione alla pista operativa 04-22 della lunghezza di 730 metri.
L'eventuale nuova pista di circa 1200 metri avrebbe di fatto implicato e "fotografato" una realtà antropica-residenziale non a norma: con evidenze di deroghe normative e interventi di tutela dei residenti che avrebbe potuti comportare anche il trasloco, delocalizzazione e - financo - l'abbattimento di un certo numero di abitazione.
L'esistenza di una pista di 1200 metri avrebbe, inoltre, identificato aree-zone sensibili nelle quali talune attività - scuole, ospedali, chiese, industrie - non avrebbero potuto essere insediate.
L'ENAC ha quindi, di fatto, sbloccato una situazione, un contenzioso che non avrebbe nemmeno dovuto emergere, avrebbe dovuto essere rigettato preliminarmente. Dopo alcuni anni, comunque, l'ipotesi è stata archiviata e l'operatività della pista di 730 metri deve immediatamente trovare una progettualità e finanziamenti in grado di riqualificare e potenziare la storica infrastruttura di Campoformido.
Il vasto sedime dell'ex aerobase militare, infatti, si estende a sud e a nord della strada Statale Pontebbana e l'opera di recupero per l'attività aerea svolta dall'Aero Club Friulano da un lato e l'ipotesi di un Parco dedicato al volo e/o area verde asservita alla Città di Udine e ai Comuni di Campoformido e Pasian di Prato una pianificazione che risolta anche la bonifica del suolo e del sottosuolo.
Negli anni scorsi Aerohabitat ha riportato notizie riguardanti il recupero e bonifica di ex-aerobasi militari (Dal Molin di Vicenza in primis) dalle bombe-ordigni inesplosi dalla Prima e Seconda Guerra Mondiale.
In Regione FVG le considerazioni di Aerohabitat hanno riguardato anche l'aeroporto di Gorizia oltre a quello di Campoformido (vedi "Ex aerobase Dal Molin, Parco della Pace, 500 bombe, per ora" - "Dopo la chiusura di Gorizia ora tocca a Campoformido: si impone una bonifica!" - "Stop per l'aeroporto di Gorizia e la presenza e l'entità degli ordigni inesplosi" (documenti download da www.aerohabitat.org - www.aerohabitat.eu).
Nel caso di Campoformido, all'inevitabile monitoraggio per identificare e rimuovere gli ordigni inesplosi, occorrerà - come descritto dalla nota Aerohabitat "Campoformido, dai missili Nike alla bonifica complessiva", aggiungere questo ulteriore lascito della "Guerra Fredda".
data inserimento: Mercoledì 02 Marzo 2016